Open Design Italia 2013

A Venezia, Terminal San Basilio, dal 22 al 24 novembre si svolgerà la mostra-mercato Open Design sul design autoprodotto. I 258 designer iscritti al concorso di selezione provengono da 25 paesi diversi: Italia, Albania, Algeria, Argentina, Austria, Belgio, Cina, Croazia, Finlandia, Georgia, Germania, Grecia, India, Iran, Israele, Libano, Lussemburgo, Paesi Bassi, Polonia, Regno Unito, Repubblica Slovacca, Romania, Spagna, Svezia, Ungheria. Una risposta internazionale a un fenomeno globale – l’autoproduzione – che trova nuovi paradigmi nelle possibilità offerte dal digitale e da internet e che riscopre tecniche artigianali e tradizionali. I 90 designer selezionati, per lo più emergenti, sono stati scelti con criteri che sottolineano l’originalità e la funzionalità del progetto, la capacità di risolvere una filiera produttiva, o perlomeno ipotizzarla. Ma anche in base al legame con il territorio, che sarà messo bene in evidenza nell’allestimento della mostra-mercato con la “carte d’identità” dell’oggetto.

Arredi e complementi d’arredo, stationery e graphic design, gioielli e accessori per la moda e, caso raro nell’ambito dell’autoproduzione, esempi di arredo urbano o addirittura outdoor del contract. La selezione dei designer mette in evidenza le tendenze e le evoluzioni che l’ambito progettuale dell’autoproduzione sta percorrendo. Molti progetti sono risolti con elementi modulari e componibili, per massimizzare la produzione, ridurre gli ingombri della spedizione e coinvolgere l’utente finale nella configurazione dell’oggetto. Altrettanti progetti in mostra evidenziano il tema del riuso di materiali e del “ready made”: elementi o oggetti finiti già esistenti, trasformati in altri oggetti in un processo di nobilitazione dello scarto.

In molti prodotti si torna all’uso di materiali tradizionali, come il legno massello e la ceramica ma, soprattutto nei gioielli, si punta sul contrasto materico tra elemento raffinato e low-cost, tra prezioso e prosaico. I processi di fabbricazione digitale non entrano solo nella produzione di oggetti finiti, ma anche nel trattamento della superficie di materiali esistenti.

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