Sempre di più i mercati e i prodotti si avvicinano, questo vuol dire che il fare innovazione oggi deve nascere dalla comprensione dei modelli di comportamento, dai nuovi modi di vivere la casa». Parte da questa considerazione la riflessione sul tema dell’innovare di Marco Turinetto, professore aggregato di Fashion Management al Politecnico di Milano.
«L’innovazione – specifica – va a stringere nuovi sentimenti: oggi il consumatore in ogni ambito della sua vita segue comportamenti di scelta che mixano stili e prezzi diversi, un metissage diffuso non legato alla classe sociale. Ecco così che cuciniamo una pasta artigianale con un sugo mass-market e la presentiamo in un piatto in porcellana di marca con posate acquistate nella grande distribuzione.
Gli elementi che guidano le scelte d’acquisto si intersecano sempre di più. Così spesso si sceglie un albergo per il ristorante che c’è al suo interno, dall’altra parte in un ristorante si presta attenzione alla qualità del cibo, ma anche alla sua presentazione, all’ambiente e ai dettagli che rendono immediatamente percepibile una sensazione di benessere».
«Il tema centrale dell’innovazione è infatti proprio esplicitare chiaramente quei contenuti in grado di semplificare, di rendere più facile il vivere: un tessuto che non si macchia, non si stira, con specifiche qualità per l’outdoor, un oggetto per la casa che non necessita di complicata manutenzione… Con un obiettivo preciso, lo ripeto, rendere reale quel desiderio di stare bene, di creare una sorta di comfort zone a cui oggi si aspira.
In quest’ottica si può forse interpretare anche l’apparentemente obsoleta lista nozze: non più un insieme di “cose da gestire”, ma dettagli che rendono più confortevole il vivere, che mi aiutano a rendere reale il mio sogno di casa. Non si cerca più l’oggetto di design fine a se stesso ma l’oggetto bello, anche unico, che però rende più facile, piacevole un gesto del vivere.
Per questo è fondamentale per i brand che vogliono parlare alle nuove generazioni esplicitare in maniera chiara e immediata i loro contenuti.
È necessario lavorare su questa identità definita anche a livello di retail, come d’altra parte insegna il mondo della moda. Siamo nell’epoca della comunicazione veloce, dei whatsapp, e il punto vendita rappresenta il modo più veloce e immediato con cui il brand viene in contatto con il consumatore.
Bisogna utilizzare i linguaggi dell’oggi, lavorare su contenuti troppo sofisticati non paga. Attenzione, questo non vuol dire scendere di livello, tutt’altro: per rendere più espliciti i propri contenuti bisogna approfondirli. Ne è un chiaro esempio il tema della sostenibilità. Superato il concetto di “ecologico uguale brutto”, oggi il consumatore vuole il prodotto sostenibile e bello, e soprattutto non portavoce di una generica coscienza ecologica, ma i cui valori, anche in questo caso, siano facili da percepire, tanto da diventare distintivi di quel brand e che rappresentino una reale attenzione a un particolare aspetto del suo benessere».
«È proprio questo il concetto che deve guidare i percorsi d’innovazioni – conclude -: la creazione di quelle atmosfere di sogno e di comfort con cui oggi, nell’immaginario collettivo, si vuole interpretare la casa».