Casa: i nuovi must have secondo Casadoxa

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CasaDoxa

Dopo l’esperienza dei mesi di lockdown, gli italiani rivedono la relazione con la propria casa, che si trasforma nel vero baricentro delle nostre vite. Lo rivela Casadoxa 2021, il report condotto da BVA Doxa, lOsservatorio nazionale sugli italiani e la casa che si propone come un hub di snodo e di raccordo tra la domanda – composta dalle abitudini, dai comportamenti e dai desideri degli italiani nei confronti della casa – e l’offerta, ovvero il mercato costituito da tutti gli operatori che insistono sul mondo della casa e che spaziano dalle banche, il real estate, il mondo delle costruzioni, l’arredamento fino a tecnologia, fitness, entertainment, food, logistica e assicurazioni.

I documento Casadoxa 2021 propone uno sguardo a 360 gradi sui cambiamenti in atto nella società e nelle case degli italiani in seguito all Pandemia. La ricerca è stata presentata con un web talk intitolato “CasaDoxa 2021. I trend dell’abitare: opportunità e ispirazioni” presentato da Paola Caniglia, Head of Living & Retail di BVA Doxa e ideatrice di CasaDoxa, con la collaborazione di Davide Cavalieri, CEO di Cavalieri Retail.

Realizzata tra aprile e maggio 2021 intervistando online oltre 7.000 famiglie italiane, la ricerca ha fatto emergere i seguenti argomenti principali:

  • Gli italiani sono più propensi a cambiare casa.
  • I “must-have” per le nuove case sono giardini e terrazzi oltre a spazi verdi di vicinato.
  • Più adesione a modelli di sostenibilità e salubrità in casa, così come nella mobilità.
  • Maggior sensibilità rispetto alle comunità energetiche locali.
  • Il futuro è nel lavoro ibrido: casa+ufficio.
  • È boom degli orti domestici nelle grandi città e nei condomini.
  • Device e tecnologia diventano complemento irrinunciabile nella casa “effortless”.

Nel 2021 2 milioni di italiani in più alla ricerca di una nuova casa: l’esperienza del lockdown spinge verso il cambiamento

Messi a dura prova dall’esperienza della pandemia, sono sempre di più gli italiani che intendono cambiare casa entro i prossimi 4 anni. Se nel 2019, in tempi pre-pandemici, la percentuale toccava quota 22%, nel 2021 si arriva al 26%, pari ad un incremento di 2 milioni di persone. E proprio il lockdown è il fattore alla base di questo desiderio: il 53% di chi ha intenzione di cambiare casa nel prossimo quadriennio dichiara infatti che l’esperienza delle chiusure che si sono alternate per tutto il 2020 e l’inizio del 2021 ha contribuito ad alimentare questa volontà.

Spazi all’aperto e vicinanza ad aree verdi: la pandemia riorienta i “must-have” per le nuove case

Oltre ad aver rivoluzionato le nostre abitudini quotidiane, la pandemia ha riorientato anche le priorità e i criteri di valutazione da considerare quando si è alla ricerca di una nuova abitazione. Costretti in casa per diversi mesi, gli italiani ora reclamano soprattutto spazi all’aperto e aree verdi dove poter vivere a contatto con la natura. Così, a balzare in testa nella classifica dei “must-have” per le nuove case spiccano giardini e terrazzi (67%, +9% rispetto al 2019) e la presenza del verde a pochi minuti di cammino (65%, con un incremento del 17% sul 2019). L’impossibilità di incontrare parenti e amici con la stessa frequenza di prima ha inoltre accresciuto il valore delle relazioni umane: avere un buon vicinato è oggi un criterio molto importante per quasi 3 italiani su 5 che intendono acquistare una nuova casa.

Il radicamento dello smartworking nelle vite quotidiane degli italiani ha invece reso meno importanti altri fattori che da sempre orientano la scelta della casa. Ad esempio, nella classifica dei desiderata il criterio che scende di più rispetto agli anni precedenti è la vicinanza al luogo di lavoro (nel 2021 è molto importante per il 45% dei rispondenti). Sebbene siano meno prioritari rispetto al biennio precedente, la vicinanza ai trasporti pubblici (55%) e la presenza di un garage o di un posto auto (65%) restano comunque molto importanti per gli italiani che cercano casa.

Casa è sinonimo di sostenibilità e salubrità, con un occhio di riguardo verso la mobilità sostenibile: la presenza di colonnine elettriche rappresenta un driver di scelta per il 37% degli italiani

Nell’ambito domestico, sostenibilità e salubrità sono ormai due paradigmi: quasi la totalità degli italiani reputa importanti questi concetti se associati alla loro casa, e proprio l’esperienza pandemica appena vissuta ha contribuito a fare impennare la loro centralità. Quanto alle abitudini “green”, sulla scorta di una rinnovata sensibilità nei confronti delle tematiche ambientali sostenuta e incentivata anche dai bonus governativi dedicati alla mobilità sostenibile, la presenza di colonnine elettriche è ormai un criterio di valutazione molto importante per il 37% degli italiani nella scelta di una nuova casa. Su questo fronte la crescita rispetto al periodo pre-Covid è notevole: +19% sul 2019, un dato sostenuto anche dal fatto che attualmente sono 2 su 5 gli italiani che stanno ipotizzando di acquistare un mezzo di trasporto con alimentazione elettrica o ibrida, come auto, scooter, bicicletta e monopattino. Questi dati si inseriscono in un più ampio contesto di transizione energetica per la casa e la mobilità, sempre più orientate verso l’elettrico e il basso impatto sull’ambiente.

Comunità energetiche locali: in Italia solo il 4% ne conosce il significato. Ma, una volta sensibilizzati sul tema, ben il 64% degli italiani è propenso ad aderirvi

Ancora scarsa, infine, la consapevolezza degli italiani su che cosa sia una comunità energetica locale: solo il 4% conosce il significato di questa espressione. Ma, in concreto, di che cosa si tratta? Una comunità energetica locale è un’associazione tra produttori e consumatori dove alcuni utenti soddisfano una parte del proprio bisogno di energia attraverso l’autoproduzione – ad esempio tramite pannelli solari – e rivendono l’energia che gli avanza al loro fornitore, il quale lo redistribuisce alla comunità. Sebbene ci sia ancora molta strada da fare affinché questo modello innovativo venga conosciuto dal pubblico più ampio, l’edizione 2021 di CasaDoxa rivela che, una volta sensibilizzati sul tema, gli intervistati si dicono propensi ad aderire ad una comunità energetica nel 64% dei casi.

Smartworking destinato a rimanere, ma il futuro si divide tra casa e azienda

Dopo un anno in cui gli italiani hanno reinventato i loro spazi domestici per conciliare la vita lavorativa con la quotidianità di casa, il promettente stato di avanzamento della campagna vaccinale lascia intravedere – andamento della pandemia permettendo – la possibilità di rientrare in ufficio a pieno regime dopo l’estate. Ma, su quest’ultimo punto, come la pensano i lavoratori italiani che hanno sperimentato lo smartworking? L’Osservatorio CasaDoxa 2021 fotografa una situazione ibrida, dove il 78% degli intervistati si dice pronto a lavorare sia da casa sia in azienda, dato aggregato frutto di un 42% che afferma di voler lavorare prevalentemente in azienda e di un 36% che, al contrario, preferirebbe farlo da casa. Nonostante la preferenza sia per un format di generale alternanza tra casa e azienda, c’è ampio consenso – quasi 8 lavoratori su 10 – sul fatto che lavorare da casa sia un’opportunità. Alla propria abitazione viene dunque attribuita una nuova funzione che piace e che sembra destinata a rimanere anche quando verrà superata definitivamente la crisi legata al Covid-19.

Lo sport è a misura di casa

La casa però non è solo sinonimo di smartworking. Aumenta, infatti, sempre di più la quota di chi trasforma la propria abitazione in uno spazio da destinare all’attività sportiva. Tra il 2019 e il 2021 cresce del 110% la percentuale di persone che hanno fatto sport in casa nell’ultimo anno, passando dal 12% al 25%. Per quanto riguarda le prospettive per il futuro, in questo caso l’alternanza casa/palestra verrà scelta da 1 italiano su 2, mentre l’allenamento esclusivo in palestra resta una certezza per il 38% degli intervistati.

Orti domestici: è boom nei condomini delle grandi città

Impossibilitati a immergersi nel verde delle zone al di fuori delle grandi città e invitati a limitare gli spostamenti, nell’ultimo anno gli italiani hanno riscoperto la loro passione per il “pollice verde”, non solo per scopi decorativi, ma anche per esigenze produttive. In 2 case su 5, infatti, si coltivano ormai verdure, frutti o erbe officinali. Ma la grande differenza emerge dal confronto tra la città e la campagna, e le relative tipologie più tipiche di abitazione: se prima a coltivare era soprattutto chi viveva in villette indipendenti e in paesi di provincia, ora si osserva un boom nei condomini e nelle grandi città, dove l’incremento per gli orti domestici è rispettivamente del 53% e del 44%.

La casa come baricentro delle vite degli italiani

Più in generale, la casa ha assunto dunque un nuovo valore, diventando il vero e proprio baricentro delle nostre esistenze. Dall’Osservatorio CasaDoxa 2021 emerge infatti che gli italiani hanno scoperto i diversi e, in taluni casi, nuovi modi di vivere gli ambienti della casa (49%), si sono accorti delle potenzialità nascoste della propria abitazione (46%) e hanno provato il piacere di curare l’arredamento (43%). Su un piano sociale, poi, gli italiani hanno riscoperto il gusto di passare più tempo con la propria famiglia (39%). Infine, sul fronte tecnologico il 38% degli italiani, sollecitati dalla necessità di svolgere da remoto la gran parte delle proprie attività, si sono resi conto di quanto è importante avere una buona connessione web.

Con la pandemia si accelera verso la casa “effortless”

Al di là della scoperta definitiva dell’importanza di poter contare su una connessione Internet stabile e veloce capace di poter assolvere tutte le nuove esigenze della vita smart, com’è cambiato il rapporto tra gli italiani e la tecnologia nell’ultimo anno? Oltre la metà degli intervistati (il 52%) afferma che questo sodalizio è cambiato in meglio, soprattutto perché la tecnologia non è più avvertita come superflua, bensì utile (40%), accessibile a molti e non più riservata ad una nicchia (40%), sempre più facile e meno complessa (38%). Resta invece ancora molto da fare per rassicurare gli italiani sulla sicurezza della gestione dei propri dati sensibili in rete, un tema ancora oggi rilevante soprattutto alla luce delle recenti vicende che hanno riguardato alcuni tra i principali social network. Solo il 20% degli italiani, infatti, è riuscito a vincere i timori per la propria privacy e a reputare sicura la tecnologia nel suo complesso.

Quanto ai trend di progressiva apertura nei confronti della casa connessa e interattiva, l’Osservatorio CasaDoxa 2021 rileva che nell’ultimo biennio è in netto aumento (35% nel 2019 vs 44% nel 2021) la quota di coloro che già ne dispongono o non vedono l’ora di integrare dispositivi e tecnologie per rendere “effortless” la propria abitazione. Tutto questo avviene a fronte di una diminuzione di quanti non ne hanno ancora un’idea precisa – gli incerti calano dal 43% nel 2019 al 35% di quest’anno – e di una sostanziale stazionarietà – con quota stabile attorno al 20% – degli attendisti, ovvero coloro i quali sono sì incuriositi, ma pensano che la tecnologia non faccia per loro o che sia troppo sofisticata per la propria casa.

Assistenza ai familiari non indipendenti e incremento di comfort e sicurezza: perché gli italiani puntano sulla tecnologia in casa?

Per gli italiani la tecnologia è un alleato molto utile per assolvere alcune incombenze assistenziali, come ad esempio assistere i familiari non indipendenti (76%). Allo stesso modo, la tecnologia aiuta a rendere la casa più comoda e facile da gestire nel suo complesso (74%) e più sicura (73%), evitando anche gli incidenti domestici (72%). Infine, l’uso di dispositivi tecnologici aiuta a risparmiare denaro nella gestione della casa secondo il 59% degli italiani.

Casa “effortless”: la metà degli italiani è pronta già oggi

In generale, il concept di casa “effortless” – che si articola sui tre elementi della semplificazione della vita domestica, della sicurezza dalle intrusioni e della safety, che ha a che fare con la salubrità e con l’assistenza socio-sanitaria – è gradito da oltre 1 italiano su 2. Tuttavia, la cosiddetta casa “semplificata” è destinata a crescere nel futuro: il 50% degli intervistati è infatti propenso a rendere “effortless” la propria casa attuale, una percentuale che sale al 66% se il pensiero è riferito alla propria abitazione futura.

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