Per celebrare il suo 125° compleanno il Gruppo Giorgetti ha inaugurato, in via della Spiga 31 , “The Place”, unospazio che, nuovo avamposto milanese del brand, lo proietta in una nuova avventura nel più famoso quadrilatero al mondo, tra boutique di alta moda, palazzi storici, musei e gallerie d’arte.
La nuova location comunica immediatamente i valori dell’azienda e si presenta come un contenitore dove ogni piano è una scoperta: tra prodotti iconici Giorgetti e nuove proposte, finiture ricercate che scandiscono gli ambienti e opere d’arte, sculture e oggetti preziosi che completano i vari spazi come in una sofisticata dimora privata.Con l’apertura di “The Place”, il marchio rivede completamente la propria presenza distributiva sulla città di Milano, il palazzo Giorgetti è un’architettura di origine seicentesca, con una facciata classica dell’800.
Giovanni del Vecchio, CEO del Gruppo Giorgetti, dichiara: “Giorgetti Spiga è The Place, la nuova casa di Giorgetti dove il brand, in linea con lo sviluppo strategico intrapreso da tempo, si esprime ai massimi livelli in tutte le sfaccettature della progettazione a misura del proprio cliente: dal dettaglio sartoriale di prodotto alla cura maniacale degli interni. The Place è anche uno spazio dove vivere l’esperienza e la ricerca di design nel senso più ampio del termine, attraverso interferenze dell’arte, della musica, del cibo e, più in generale, di tutto ciò che contribuisce a diffondere un’esperienza legata alla bellezza: questo il più bel regalo che potevamo farci per celebrare il nostro centoventicinquesimo compleanno”.Lo spazio è per rivolgersi a professionisti, clienti e appassionati e concepito come punto d’incontro tra i due concetti distributivi sui quali si poggia la distribuzione mondiale del brand: quello di store e di atelier.
Aprendosi alla città con le vetrine che affacciano su via della Spiga, gli interni si sviluppano su 4 piani, oltre alla mansarda destinata agli uffici ed al seminterrato con i locali tecnici, per accogliere e, allo stesso tempo, per offrire un punto di vista privilegiato e intimo sul mondo Giorgetti, invitando a scoprire un elegante scenario domestico, dove cura, unicità e qualità sono le parole d’ordine.
“È un palcoscenico sulla città, con le sue vetrine e la sua riconoscibilità, ma è anche un luogo tranquillo e riservato, come una casa. Questa commistione è fondamentale oggi nel nostro mondo”. dice Giancarlo Bosio, Art Director di Giorgetti, che ha curato il progetto totale di The Place, studiandolo in ogni dettaglio. Dalla piccola alla grande scala nulla è lasciato al caso: a partire dalla particolare lavorazione del marmo che riveste le scale, alle boiserie, ai pavimenti che combinano pietre, marmi e un parquet su disegno, tributo alla tradizione ebanistica del brand e patrimonio inestimabile.È in questo progetto che si identifica la capacità del Gruppo di spingersi oltre la progettazione del singolo oggetto per allargarsi all’ambiente, pensando e disegnando lo spazio. Una missione che viene raccontata attraverso un’esperienza sensoriale nel mondo Giorgetti, in un luogo dove l’azienda scandisce la cultura del design, attraverso le varie aree abitative e si circonda di bellezza e arte, con opere di Oblong Contemporary Art Gallery e Brun Fine Art&Antiques Gallery.
Sono rimasta davvero colpita dalla descrizione dell’apertura di ‘The Place’. Il Gruppo Giorgetti ha senza dubbio segnato un punto di svolta nel panorama del design milanese. Ciò che mi ha affascinato maggiormente è la connessione che hanno stabilito tra il loro patrimonio e la loro visione futura, un’impresa non da poco. Dal dettaglio minimo della lavorazione del marmo, alla concezione più ampia dello spazio, si sente la passione e l’attenzione che Giorgetti mette nei suoi progetti. La loro abilità di creare ambienti che risuonano con arte, musica e bellezza in generale è un’esperienza che va oltre il semplice atto dell’acquisto. Mi piacerebbe sapere di più su come vedono il ruolo del design nell’influenzare le nostre vite quotidiane. Credo che l’apertura di ‘The Place’ possa servire come catalizzatore per discussioni più ampie sul design e sulla sua importanza nella società.