Comprendere le reali esigenze dei consumatori e le differenze tra generazioni è oggi più che mai essenziale per l’industria della casa. A ribadirlo è stato Tom Mirabile, fondatore di Springboard Futures, durante il suo intervento alla keynote “The 2025 Home & Living Survey – New Insights on the Everyday Realities Driving Consumer Demand”, tenutasi ieri nel contesto di The Inspired Home Show 2025, in corso al McCormick Place di Chicago.
Il sondaggio, frutto di una collaborazione tra la International Housewares Association (IHA) e Springboard Futures, ha coinvolto consumatori appartenenti a quattro generazioni – Gen Z, Millennials, Gen X e Baby Boomers – evidenziando comportamenti, priorità e criticità legati alla vita quotidiana, al benessere e alle decisioni d’acquisto.
Generazioni a confronto
La Gen Z (18-28 anni) si distingue per l’attenzione alla salute mentale e al benessere emotivo. Il 56% afferma di considerarli aspetti prioritari. Richiedono trasparenza e responsabilità sociale dalle aziende e si aspettano che la sostenibilità sia integrata nei prodotti e nei processi, dal packaging alla produzione.
I Millennials (29-44 anni) sono esperti digitali, prediligono esperienze rispetto al possesso e vivono sotto la pressione del debito – non solo per gli studi, ma anche per viaggi e momenti di crescita personale. Vogliono prodotti multifunzionali e ben progettati, soprattutto in ambienti urbani.
La Gen X (45-60 anni), segnata dalla crisi del 2008, è autonoma, scettica e abituata a fare da sé. Con il più alto reddito disponibile ma anche il maggior debito, il 63% prevede di cucinare di più a casa nel 2025.
Infine i Baby Boomers (61-79 anni), con il maggiore patrimonio pro capite, tornano a ricercare il contatto umano e un certo gusto nostalgico nei prodotti. Amano la comunicazione diretta e apprezzano le soluzioni semplici e affidabili.
I trend emergenti
Dalla ricerca emerge che cucinare in casa rimane una priorità per il 58% dei consumatori, considerata una scelta più economica e salutare. A guidare questa tendenza sono soprattutto Gen Z e Millennials (69%). Cresce anche l’interesse per snack fatti in casa, spinti dal desiderio di ridurre costi e packaging.
Una quota significativa prepara cibo a casa da consumare fuori, durante il tragitto, al lavoro o ad eventi all’aperto. Un’opportunità, secondo Mirabile, per lanciare nuovi prodotti pensati per il consumo “on-the-go”.
Contrariamente alle attese, il tempo dedicato alla preparazione dei pasti resta costante durante la settimana e il weekend. “Abbiamo un pubblico che sa cucinare e si diverte a farlo,” ha commentato Mirabile.
Il vero punto dolente? La pulizia post-pasto: il 51% la considera la parte peggiore della cucina domestica. Il settore è quindi chiamato a sviluppare soluzioni per semplificare questa fase.