Calici da vino: esperienza olfattiva e gustativa

In Italia, Paese con una ricca eredità vinicola, la scelta del bicchiere giusto è vista non solo come un complemento di stile a tavola, ma come un elemento essenziale per apprezzare le sottili sfumature dei vini

Universum, il calice universale adatto ad ogni tipo di vino rosso, bianco, bollicine e anche per cocktail, festeggia i suoi primi 10 anni di vita. I milioni di pezzi venduti da RCR testimoniano la sua grande versatilità e affidabilità, anche per utilizzo intensivo. La curvatura della coppa indica la quantità di liquido ideale da versare per la degustazione.

Brillanti e sinuosi nelle loro curve, i bicchieri rappresentano i complementi della tavola che più di altri ne rispecchiano lo stile e l’eleganza.
La scelta dei calici da vino corretti è fondamentale per degustare appieno un buon vino. Non ha senso acquistare etichette di vini prestigiosi se poi non vengono bevuti in un bicchiere che non ne valorizzi le sfumature. Potrebbe sembrare un concetto non fondamentale per persone poco esperte di vini, ma in Italia, terra di buon cibo e grandi vini, rappresenta un mercato in forte espansione con richieste sempre più puntuali da parte della clientela.
Un addetto alla vendita deve sapersi destreggiare tra le molteplici forme e caratteristiche di ogni singolo calice. D’altra parte, anche le aziende produttrici devono cercare di coniugare estetica e funzionalità con un occhio sempre più attento alla sostenibilità.

L’evoluzione storica del bicchiere di vetro

Originario del Medio Oriente circa 4000 anni fa, il bicchiere di vetro ha vissuto diverse fasi evolutive, progredendo significativamente in Egitto e nell’Impero Romano. In questi contesti, le tecniche di lavorazione del vetro come l’intaglio, la molatura e la creazione di mosaici, ereditate dalla Siria, furono notevolmente affinate. Ma la vera svolta avviene con l’introduzione della tecnica di soffiaggio del vetro nel Medioevo, perfezionata dagli artigiani veneziani, che ha diffuso il vetro soffiato in tutta Europa. Nel XVIII secolo, il cristallo al piombo in Inghilterra ha segnato un ulteriore avanzamento, culminando nella raffinata produzione di Baccarat e nei calici artistici dell’Art Nouveau e del Liberty, cesellati come sculture, dalle linee evergreen e di squisita perfezione.

Un calice per ogni vino

La forma del calice non ha solo una valenza estetica: l’apertura del bicchiere, infatti, è fondamentale per percepire i profumi e i sapori di un vino. I vini giovani, i bianchi e i rosati, dai profumi delicati, vanno serviti in bicchieri non troppo ampi per evitare la dispersione dei sentori; per i vini bianchi più strutturati, il bicchiere deve essere un po’ più ampio. Maggiore è la struttura di un vino, maggiore deve essere l’apertura del calice: i bicchieri per i vini rossi di media struttura, presentano un calice più ampio rispetto a quello per i bianchi. Questa caratteristica è fondamentale perché permette una maggiore esposizione all’aria favorendo la reazione del vino con l’ossigeno, processo che rende i profumi più intensi e gradevoli. Man mano che ci si sposta verso vini di lungo affinamento, l’apertura del calice si fa più generosa, fino ad arrivare a bicchieri di grandi dimensioni per rossi importanti e di lungo invecchiamento.
Per quanto invece riguarda gli spumanti, la forma più indicata è quella del flûte che tende a valorizzarne le catenelle di bollicine e a concentrarne i delicati profumi. La tendenza, oggi, è però quella di utilizzare bicchieri di grandi dimensioni per spumanti e per Champagne; questo perché in origine lo Champagne era un vino dolce, pertanto servito nella coppa, caratteristica che lo ha portato per anni a essere abbinato ai dessert, nonostante fosse diventato un vino secco (ndr i vini secchi, come per esempio i brut, non vanno mai abbinati ai dessert! Il brindisi con il panettone andrebbe accompagnato da un vino dolce). La coppa, retrò e affascinante, è indicata per spumanti aromatici come Moscato d’Asti e Brachetto d’Acqui: i profumi intensi possono così diffondersi e il perlage, in questo caso, non è essenziale. Inoltre, la coppa, è ampiamente usata nella moderna mixology.
A fine pasto, abbinato a un dessert, trova spazio anche un passito o un vino liquoroso dolce, da servire in calici piuttosto piccoli.
Un appunto circa il bicchiere per l’acqua. In passato condivideva la stessa forma di quelli destinati al vino, essendo il più grande del set. Oggigiorno, è sempre più comune utilizzare un tumbler basso o un bicchiere senza stelo, caratterizzati da un design semplice e lineare.

Decanter, quando va usato?

La decantazione è un processo fisico che separa il vino dai sedimenti sfruttando la gravità. Questo procedimento è principalmente utile per eliminare i depositi, ma può anche smussare asperità o esaltare le caratteristiche aromatiche di un vino. Tuttavia, non tutti i vini necessitano di decantazione.

Quando decantare i vini:

  • Per rimuovere eventuali depositi, ovvero separare le parti liquide dalle parti solide. Questo si verifica generalmente quando un vino, maturando in bottiglia, ha creato un deposito, oppure se è un prodotto non filtrato per scelta del produttore (per esempio i vini naturali).
  • Per aumentare la temperatura di servizio di un vino che risulta particolarmente freddo, come quelli conservati in cantina. Scaldare leggermente la parte esterna del decanter con acqua tiepida consente di aumentare rapidamente la temperatura di qualche grado.
  • Per ammorbidire i tannini di un vino particolarmente tannico (per esempio un vino giovane) rendendolo più piacevole e armonioso al palato.

Quando evitare il decanter:

  • Se il vino, anche se invecchiato, non presenta depositi è meglio evitare la decantazione per non alterare il suo equilibrio.

L’ossigenazione tramite decanter può essere una lama a doppio taglio: per alcuni vini, che sono rimasti chiusi a lungo, può risultare troppo invasiva. Per altri, invece, con tannini o acidità marcate, l’ossigenazione può addolcire il profilo gustativo. Quindi, l’uso del decanter richiede rispetto, pazienza e delicatezza per valorizzare al meglio l’evoluzione del vino nel calice.

Da sapere: l’acquisto dei calici da vino

Le 10 domande più frequenti che vi potrebbero sottoporre i vostri clienti.

  1. Come si lava un bicchiere?
    I bicchieri prediligono un lavaggio manuale, utilizzando acqua calda e senza detersivo; in caso sia strettamente necessario, si può usare sapone neutro di Marsiglia. Il lavaggio in lavastoviglie potrebbe causare rotture
    o danneggiarli con righe e striature.
  2. Non posso proprio lavarli in lavastoviglie?
    Se si utilizza la lavastoviglie, è meglio rimuovere i bicchieri subito dopo il lavaggio e asciugarli completamente per evitare il contatto con il vapore. Inoltre, i componenti dei detersivi, come brillantanti e tensioattivi, possono rendere la superficie del bicchiere troppo liscia, influenzando l’osservazione delle caratteristiche visive del vino, come la viscosità e il perlage.
  3. Posso usare lo stesso calice per vini rossi e bianchi?
    Teoricamente non è consigliabile, ma nel caso si volesse ricorrere a questa soluzione, è meglio orientare l’acquisto su un calice non troppo ampio. Esistono i “calici da degustazione”, nati per la degustazione da parte dei sommelier e che rispondono a questa esigenza.
  4. Come devo conservare il calice per preservarne la qualità?
    Per mantenere i bicchieri sempre lucenti, è fondamentale conservarli in una credenza pulita e senza odori sgradevoli. È importante pulirli con una salvietta prima dell’uso o, se non sono stati usati da tempo, lavarli di nuovo e asciugarli accuratamente.
  5. Come posso riconoscere un calice di alta qualità?
    I calici di alta qualità sono generalmente realizzati in cristallo o vetro senza piombo, perfettamente trasparenti, senza alcuna sfumatura di colore o distorsioni visive.
    Il bordo è sottile e, quando leggermente colpiti, producono un suono chiaro e prolungato, a differenza del vetro comune che risuona con un tono più opaco e breve.
  6. I calici senza stelo sono adatti per il vino?
    I calici senza stelo, o tumbler, possono essere utilizzati per il vino, ma non sono ideali per una degustazione ottimale poiché la mano può riscaldare il vino e influenzarne il gusto.
  7. I calici con incisioni o decorazioni influenzano la degustazione del vino?
    Sì, i calici con incisioni o decorazioni possono influenzare la degustazione del vino, poiché le decorazioni possono interferire con l’osservazione visiva del vino e la superficie irregolare può alterare la percezione del gusto
    e degli aromi.
  8. Posso usare i calici anche per altre bevande, come cocktail o liquori?
    Sebbene sia possibile utilizzare i calici per altre bevande, è meglio riservarli per il vino per evitare odori e sapori residui che potrebbero influenzare future degustazioni di vino.
  9. Quali sono i migliori calici per lo Champagne o gli spumanti?
    I calici a forma di flûte sono ideali per lo Champagne e gli spumanti, poiché la loro forma stretta e allungata aiuta a mantenere e valorizzare il perlage, ovvero le bollicine.
  10. Quanto tempo dura un calice di qualità?
    Un calice di qualità, se curato adeguatamente, può durare molti anni. È importante evitare sbalzi di temperatura, urti e detergenti aggressivi per prolungarne la vita.

Napoleon e tumbler

Cognac, Armagnac e Brandy vengono gustati nel cosiddetto bicchiere napoleon, il cui design si adatta perfettamente alla forma di una mano leggermente aperta, permettendo di riscaldare la bevanda facendo oscillare dolcemente il bicchiere.

Per il whisky si utilizza il classico tumbler basso, un bicchiere senza stelo ideale per i tipi americani da consumare con soda o ghiaccio; i Single Malt possono essere offerti anche in bicchieri simili a campane rovesciate, con una larga apertura e uno stelo sottile. Altri distillati, invece, possono essere serviti in bicchieri di forme varie e specifiche.

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