Fortuny: una storia, intessuta di bellezza, che guarda al futuro

Un marchio prestigioso, con oltre un secolo di storia alle spalle, noto internazionalmente per i suoi preziosi tessuti. Parliamo di Fortuny che oggi con la riapertura della casa della Contessa Elsie Gozzi alla Giudecca a Venezia, riafferma l’assoluta qualità delle sue creazioni capaci di dialogare con le più interessanti opere creative della contemporaneità

Una delle stanze di Casa Elsie Gozzi, ristrutturata dall’Interior Designer Charan Minassian e aperta al pubblico dallo scorso aprile.

Alludendo alla sua bellezza pervasiva e inafferrabile, il pensatore Jean Paul Sartre ha notato che “Venezia è sempre dall’altra parte”. Lasciandoci suggestionare dall’osservazione del noto filosofo, dunque, dalle Zattere prendiamo un traghetto, attraversiamo il canale e raggiungiamo la Giudecca. Qui, accanto all’ex Molino Stucky, gioiello di architettura industriale ora trasformato in un lussuoso Hotel, avremo modo di scoprire un altro edificio, in mattoni rossi, altrettanto affascinante, la fabbrica Fortuny. Aperta nel 1921 nell’ex Convento di San Biagio, ancor oggi ospita le macchine originali con le quali vengono prodotti gli inconfondibili tessuti Fortuny, la cui fattura rimane un segreto inviolabile. Nessuno, infatti, tranne gli addetti ai lavori, parliamo degli artigiani e degli operai, può entrare nella zona operativa della fabbrica. La cosa stupefacente è che tutti coloro che lavorano da Fortuny – in massima parte giovani e molte donne – sono diplomati in Belle arti, chimica, geologia, architettura, a dimostrazione di una particolare sensibilità per la bellezza e la cultura.

Mariano Fortuny y Madrazo, pittore, stilista, scenografo e designer spagnolo, trasferitosi a Venezia alla fine dell’ 800 dove nel 1921 ha dato vita al marchio Fortuny.

A dar vita a questo laboratorio di infinita creatività come è noto è stato Mariano Fortuny y Madrazo, pittore, stilista, scenografo e designer spagnolo, nato a Granada in Spagna e trasferitosi a Venezia alla fine dell’800. Sin dalle sue origini, i tessuti Fortuny si sono caratterizzati per una perfetta sintesi tra visione artistica e desiderio di ricerca e innovazione, un connubio in cui l’artigianalità è andata di pari passo con l’utilizzo di macchine industriali, ideate e progettate dallo stesso Fortuny. Egli ha infatti depositato brevetti per oltre venti invenzioni tra cui interruttori dimmer, il Fortuny Dome per l’illuminazione del palcoscenico, eliche nautiche e la sua singolare macchina per la plissettatura, che ha portato nel 1909 alla realizzazione dell’iconico Delphos, l’abito del jet set, citato anche nella “Recherche” di Proust e indossato, tra le altre, da Eleonora Duse, da Isadora Duncan e da Sarah Bernhardt. Alla morte di Mariano Fortuny avvenuta nel 1949, la moglie Henriette Nigrin, creatrice con il marito dei particolari colori Fortuny ottenuti con materiali naturali, estratti di piante e insetti, ha venduto il brand alla Interior Designer di New York Elsie McNeill Lee, poi contessa Gozzi, che lo ha reso popolare in America, ancor oggi primo mercato del marchio. Sul finire degli anni ’80 la contessa ha ceduto Fortuny al suo amico e legale Maged Riad, i cui figli, Mickey e Maury Riad, dal 1998, portano avanti questa eccellenza del Made in Italy ampliando l’universo Fortuny sino ad includere, oltre ai tessili di lusso, quello degli interiors (tendaggi, rivestimenti, cuscini e intere pareti di stoffa), in omaggio alle passioni e alla versatilità del fondatore del brand. “Il 98% della produzione, spiega il direttore creativo Mickey Riad, è oggi rappresentato dalla riproposizione dei disegni di tessuti dell’archivio Fortuny, 450 incluse le continue variazioni di colore. Le collezioni sono aggiornate ogni anno, scegliendo cosa proporre dall’antico e in che nuance declinare la lavorazione”.

Lo showroom, tra storia e cultura

Due immagini dello show-room Fortuny. Situato all’interno delle mura di mattoni dell’antica fabbrica, lo spazio è stato progettato dall’architetto veneziano Alberto Tosello e aperto a fine 2021.

Della grande bellezza dei tessuti Fortuny (che paiono di seta, nonostante siano realizzati in purissimo cotone, stampati, come detto, con i macchinari d’epoca, ricolorati e rifiniti a mano) ci si può rendere conto visitando lo showroom del brand, che tra le altre cose ospita un campionario di 70 tessuti artigianali che cambia periodicamente. Situato all’interno delle mura di mattoni dell’antica fabbrica, esso è stato progettato dall’architetto veneziano Alberto Tosello e aperto a fine 2021. “Per prima cosa – racconta l’ideatore del progetto – abbiamo pensato ai tessuti e non li abbiamo tenuti in rotoli come si fa di solito, ma invece li abbiamo fatti cadere dall’alto, come dei sipari o delle scene, producendo un effetto teatrale. Il pavimento invece è come un vassoio neutro dove sono posti grandi tavoli su cui si allestiscono i tessuti, come uno spettacolo di colori. Poi ci sono la ‘grande biblioteca’ dei cuscini, i cassoni dove riporre le stoffe, che assomigliano ai bauli da viaggio”. Un lavoro, quello svolto dall’architetto, molto apprezzato da Mickey Riad che infatti l’ha così commentato: “Tosello capisce Venezia, il suo design, la sua cultura. Il suo modo di re-inventare lo showroom ha posto una grande attenzione sulla luce, sul rispetto del passato e sulla storia di Mariano Fortuny.” Come nota Riad, in effetti, la luce ha un ruolo molto importante in questo progetto: essa modula e ritma lo spazio dello showroom, filtrando da porte e finestre lungo traiettorie disegnate con grande accuratezza.

Lo showroom Fortuny, il cui allestimento, con i tessuti fatti cadere dall’alto, vuole produrre un effetto teatrale.

Casa Elsie Gozzi: la tradizione guarda al futuro

Un nuovo capitolo si aggiunge alla storia di questo marchio ultracentenario, il cui fine non è certo quello di adagiarsi sugli allori ma invece di guardare al futuro. Lo scorso aprile, in concomitanza con la Biennale Arte 2024, è stata infatti aperta al pubblico la casa che la Contessa Elsie Gozzi, al tempo proprietaria del marchio, aveva fatto costruire negli anni ’50, curando anche la ristrutturazione del bellissimo giardino segreto, dentro le mura dell’edificio Fortuny, dove trovano collocazione, tra gli altri, il glicine e l’edera, piante che hanno ispirato alcuni dei decori Fortuny. Realizzata in mattoni rossi proprio come la fabbrica che gli sta a fianco, la palazzina, in disuso da anni, è stata recentemente ristrutturata dall’Interior Designer Chahan Minassian che l’ha resa nuovamente un luogo vivo, visitabile da tutti su appuntamento.

Casa Elsie Gozzi dove le stampe Fortuny sono disposte su sedie, muri, cuscini e tendaggi ed elegantemente abbinate a pezzi dello studio Minassian.


Il progettista, di origini armene libanesi ma naturalizzato parigino e da anni residente a Venezia, ha così descritto il suo approccio al progetto: “Volevo dare nuova vita a questa casa, sulla scia del lifestyle della Contessa, al tempo stesso rispettando, a modo mio, l’impronta di Fortuny. L’idea è stata quella di staccarsi dal concetto di showroom e di regalare ai visitatori un’esperienza, in continua evoluzione e cambiamento.” Dopo aver avuto carta bianca per la ristrutturazione dell’interior da parte dei fratelli Riad, Chahan ha iniziato a mettere in pratica le sue ambiziose e originali idee: “La struttura era intatta. I pavimenti in marmo, il parquet intarsiato molto raro a Venezia, le porte in legno, la scala e le colonne…Come organizzare il lavoro di ristrutturazione? Come prima cosa ho svuotato gli spazi dai mobili classici privi di personalità e poi ho apportato cambiamenti più sostanzali. Il soggiorno di rappresentanza di Elsie ad esempio, era tutto rivestito in tessuto damascato scuro, così ho pensato di reinterpretare le pareti, creando un mosaico tessile.” Il tessile in effetti rappresenta il filo conduttore di questo progetto, utilizzato spesso in maniera originale e sorprendente con motivi orizzontali usati verticalmente, forme geometriche sulle pareti perfettamente abbinate a un arredamento in stile borghese. Le stampe Fortuny sono disposte su sedie, muri, cuscini e tendaggi ed elegantemente abbinate a pezzi dello studio Minassian (sedute, lampade, tavoli grandi e piccoli in vetro di Murano, tappeti), insieme a creazioni di Paul Evans e Vladimir Kagan e ad altri oggetti di designer e artisti meno famosi. Significativi cambiamenti sono stati apportati agli ambienti che si trovano al primo piano a cui si accede salendo una scala molto scenografica: uno studio con boiserie originale piuttosto scura è stato reso più luminoso grazie all’inserimento di sedute dai colori vivaci e di un tavolo in vetro. Nella camera da letto di Elsie è stato posto un originale letto ad angolo.
L’atmosfera cupa prodotta dall’utilizzo di tende scure di un soggiorno è stata eliminata aprendo la vista sul canale e con l’utilizzo di numerosi specchi. Una stanza questa che secondo le intenzioni dell’Interior Designer avrà una doppia vita; in occasione di grandi eventi della città, verrà infatti svuotata e diventerà una “glass cube” ossia una vera e propria galleria con una mostra dedicata. L’ultimo piano è un unico grande ambiente tutto in nuance azzurro chiaro. Qui una libreria di Andrea Branzi e il pianoforte a coda di Elsie convivono magicamente con pezzi d’artista in bronzo, sedute, tavolini e tappeti di Chahan. A rendere ancora più particolare questa abitazione è il fatto che tutti gli oggetti presenti (tranne le opere di Alessandro de Santillana e due consolle di Minassian) sono in vendita, una decisione che renderà molto viva la casa visto che in base agli acquisti i suoi numerosi oggetti d’arredo cambieranno. “Quello che è straordinario di questo luogo, conclude Chahan Minassian, è proprio il suo mistero. Quando si arriva qui, varcato il cancello, si ha l’opportunità di entrare in uno spazio segreto.” Che oggi però, dopo il suo minuzioso lavoro di ristrutturazione, non è più tale. Il mistero che lo avvolgeva, infatti, si è dissolto regalando a tutti la possibilità di ammirare il fascino e la bellezza che racchiudeva.

La fabbrica Fortuny. Aperta nel 1921 alla Giudecca di Venezia nell’ex Convento di San Biagio. Sullo sfondo l’ex Molino Stucky oggi trasformato in un elegante Hotel.

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