Prodotti onesti per una casa in progress

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Con Venanzio Arquilla, professore associato del dipartimento di Design Politecnico di Milano, abbiamo approfondito il concetto d’innovazione nel mondo dell’abitare. Fare innovazione, soprattutto se si parla di design, vuol dire creare proposte che rispondano alle rinnovate esigenze degli utenti.

Oggi queste esigenze sono in forte mutamento perché stanno cambiando gli stili di vita, il concetto di nucleo familiare, il tessuto sociale… La casa sempre di più diventa una location temporanea anche nel nostro Paese (come già avveniva all’estero). Le nuove generazioni sono più portate a cambiare lavoro, città, abitazione… ecco allora l’esigenza di arredi e complementi nomadi, che migrino con loro.

Quali sono i valori, i concept che fanno sì che un oggetto, un complemento
tessile possa definirsi realmente innovativo?
È difficile definire una dimensione oggettiva di innovazione. Ecco, potremmo definire innovativo un oggetto smart tenendo però presente che a questo termine va attribuito un significato che trascende il concetto di oggetto semplicemente tecnologico ma vuole indicare una proposta con un’anima, che offre prestazioni in grado di rispondere alle reali e personali esigenze dell’utente. Pensiamo ad esempio a un tessuto che respinge le macchie, che resiste ai graffi o alle intemperie…

Come prodotti apparentemente tradizionali come gli oggetti per la tavola, gli strumenti di cottura, la biancheria per la casa possono parlare i linguaggi dell’oggi riuscendo a dialogare con il consumatore contemporaneo? 

Assistiamo a un cambiamento paradigmatico. Si è passati da una casa attrezzata sin dal momento della sua “nascita” a una casa incrementale il cui corredo e arredo sono sempre in progress. In particolare, in questo momento, credo ci siano due percorsi di tendenza da osservare. Da una parte, l’attenzione verso una cucina gourmet che porta alla ricerca di strumenti specialistici professionali e di elettrodomestici con funzioni particolari (possibilmente però compatti). Dall’altra si delinea il successo del food delivery, soprattutto nelle metropoli (letteralmente invase dai rider), che porta a una modalità sicuramente nuova di fruizione del cibo che dovrebbe suggerire spunti progettuali alle aziende di questo settore per studiare nuovi possibili scenari di prodotto.

I PRODOTTI DEVONO RISPONDERE ALLE REALI E PERSONALI ESIGENZE DEGLI UTENTI

Direi, insomma, che il focus si sposta dal possesso all’uso, quindi l’analisi degli stili di vita e
di approccio al cibo diventa imprescindibile per pensare prodotti in grado di dialogare con il consumatore. In particolare pensiamo alle nuove generazioni: i Millennial dichiarano di non cucinare, in realtà vivono la casa e la cucina in modo diverso, non come abitudine, sono curiosi, amano sperimentare, seguire regimi alimentari salutistici, sensibilità sostenibili e sono alla ricerca di strumenti e prodotti che gli consentano di interpretare queste esigenza con facilità e velocità.

 

 

 

 

Be.care di M, Ventrella e G. Taormina è un estrattore in grado di realizzare con gli
scarti cosmetici. Formadi di P. Pellegirni e L. Mariotti consente di preparare in casa differenti tipologie di formaggi.

Da tre anni un osservatorio privilegiato del rapporto delle nuove generazione con l’abitare è il laboratorio Smart Design della Scuola del Politecnico di Disign, in collaborazione con Braun e lo studio Habits. Gli output del laboratorio, che ha coinvolto 150 studenti, descrivono una nuova dimensione naturale e una relazione inesplorata tra utenti e oggetti.

Le proposte rappresentano un’interessante selezione trasversale delle nuove tendenze in relazione a diversi temi primari – quali mangiare, bere e prendersi cura dei propri capi di abbigliamento – da cui emergono temi centrali di riflessione come la riduzione degli sprechi, la sostenibilità, l’alimentazione sana, ma anche l’attenzione verso la creazione di esperienze
multisensoriali o un hand made facile.

I MILLENNIAL AMANO SPERIMENTARE, SONO ATTENTI ALLA SOSTENIBILITÀ, AI VALORI DEI PRODOTTI

Insomma, c’è più un’attenzione al valore che al rito. Ciò non significa che si è perso l’interesse per l’estetica del prodotto ma che si ha un concetto diverso di bello che vuol dire forse meno “preziosismi” ma più ricerca e pensiero nelle forme, nei materiali, anche guardando, ad esempio, alle disabilità, alle culture differenti, alle allergie, alla salute…

Innovazione di prodotto ma anche di processo produttivo. Cosa vuol dire oggi investire in processi virtuosi?
La personalizzazione è sicuramente una delle linee guida più attuali per quanto riguarda l’innovazione di processo. L’industria 4.0 consente di realizzare impianti estremamente flessibili che permettono produzioni tailor made. Ci sono oggi aziende che sperimentano addirittura modalità produttive che coinvolgono direttamente l’utente finale utilizzando, ad esempio, stampanti 3D.

RISPETTO DELL’AMBIENTE, FLESSIBILITÀ, PERSONALIZZAZIONE GUIDANO L’INNOVAZIONE DEI PROCESSI PRODUTTIVI

Altrettanto fondamentale è l’attenzione alla sostenibilità, l’utilizzo di materiali ecologici, ecocompatibili, di processi sostenibili, la valorizzazione di una economia circolare sono driver da interpretare e comunicare con forza perché gli utenti sono molto attenti e confidenti su questi temi. Un’attenzione particolarmente viva nei Millenial che li porta anche a recuperare senza paura modalità e stili di consumo legati al passato. Ecco, sono convinto che proprio su questi temi si giochi la competitività delle nostre aziende per uscire dalla logica del prezzo che non potrà mai risultare vincente per il made in Italy.

Per concludere, una tua definizione che sintetizzi il concetto di prodotto innovativo?
Un prodotto innovativo per me è un prodotto che migliora la qualità della vita delle persone, non sovraccarico, ma in grado di semplificare, di dichiarare le proprie funzioni in maniera chiara, insomma, come lo ha definito Dieter Rams, «un oggetto onesto».

IL DESIGN DEL FUTURO guarda all’innovazione
Alla Design Week di Milano la Scuola del Design del Politecnico di Milano e Habits design studio, in collaborazione con Braun, hanno presentano Reflection, design driven by the future.

Il percorso espositivo, prevedeva un’area che raccontava la filosofia dell’azienda tedesca Braun e, accanto, uno spazio che presentava i progetti sviluppati negli ultimi tre anni da 150 studenti durante il laboratorio sperimentale di SMART Design.

 

 

 

 

 

 

Le proposte erano suddivise in sei micro aree:

• Zero Waste, dedicata alla riduzione degli sprechi alimentari, che proponeva un riutilizzo consapevole degli avanzi: dall’estrattore che può trasformare gli alimenti in un semplice estratto di frutta e verdura, ma sorprendentemente anche in uno scrub per il corpo oppure in una maschera per il viso, all’elettrodomestico che permette di creare snack sani e gustosi.

• Aromi era l’area incentrata sulle creazioni di sapori ed essenze con tecnologie d’avanguardia: dall’elettrodomestico a ultrasuoni che – partendo da ingredienti come radici, fiori, erbe e funghi – è in grado di creare estratti, bevande, creme, spume e tinture; all’estrattore di essenze che permette di ricreare delle fragranze con tutto ciò che si desidera e di utilizzarle sul corpo come profumo oppure diffuse nell’ambiente (nella foto a sinistra, Reminiscent di Martina Curcio e Federico Chiusaroli).

• Entomofagia era l’area che indagava una tendenza emergente e che ha lo scopo di aiutarci a rendere sostenibile l’alimentazione del futuro: dallo smart device che incuba e preserva le larve, conservandone i valori nutritivi e la freschezza; all’elettrodomestico che
consente, grazie a un processo di estrazione simile a quello dell’olio di palma, di produrre olio e margarina dagli insetti e da altre matrici come alghe, semi e noci (nella foto a destra, Oil master di L. Catrame, C. Fedele, L. Salvatori, M.Pirro).

• Future kitchen formats era dedicata alle nuove tecnologie e ai processi che si prestano a
supportare nuovi stili di vita: dal sistema che permette di realizzare formaggi fatti in casa e personalizzati, alla piastra flessibile che permette di tostare e cucinare il cibo e poi essere riposta facilmente in un cassetto.

• Vegetable forward cuisine era l’area che esplorava il ruolo dei vegetali come protagonisti nella dieta del futuro: dall’elettrodomestico per aiutare nella preparazione di latte di
derivazione vegetale al set di contenitori per conservare alimenti, attraverso un sistema che
funziona in simbiosi con una pianta.

• Cura dei capi era un’area che rifletteva sui nuovi stili di vita e presentava soluzioni di cura dell’abbigliamento: dal sistema di stiraggio a vapore verticale al refresher personale di indumenti e scarpe.

 

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