Francesca Cinelli racconta la crescita dell’azienda familiare, l’evoluzione del piumino e l’espansione internazionale, sottolineando l’importanza di qualità e innovazione
Tutto parte dal padre, Silvano Cinelli. Un ragazzo sveglio, curioso intraprendente che inizia a lavorare giovanissimo e che ben presto intuisce le potenzialità di un prodotto come la piuma. Lo fa aprendo la sua azienda a Buggiano, in provincia di Pistoia, nel 1964 e dando il via alla produzione di cuscini per divani. Una produzione che via via si amplia con l’attività di selezione del piumino, la sua preparazione (lavaggio) e successiva vendita, da una parte, e la realizzazione di prodotti finiti, dall’altra.
“Era una situazione economicamente favorevole – racconta Francesca Cinelli, titolare dell’azienda – si era in pieno dopoguerra con l’Italia da ricostruire e con le nuove costruzioni serviva anche l’arredo. In quegli anni l’azienda ebbe una forte crescita; crescita che consentì a mio padre, nel tempo, di diversificare l’attività d’azienda”.
Di questo e altro abbiamo parlato con Francesca Cinelli, che oggi, con il socio e Ceo Gianni Vannacci, rappresenta il management della Cinelli Piume e Piumini srl, azienda che opera con tre linee di lavaggio e tre selezionatrici e varie linee di prodotto: il letto, il contract, l’abbigliamento e l’arredamento.
Qual era la percezione dell’epoca relativamente al prodotto “piumino”? Era già percepito come un articolo di qualità? In che modo si vendeva?
In Italia inizialmente l’imbottitura in piumino per il letto non era un prodotto “ben visto”, soprattutto perché veniva trattato con tessuti non adatti che compromettevano l’esito finale del prodotto, danneggiandone la qualità e senza garantire un adeguato livello di igiene. Si parla di un’epoca dove i materassi erano fatti di paglia o di lana. Ma mio padre non ha desistito, ci credeva, anche perché ne aveva già visto lo sviluppo in altri Paesi.
Nel nord Italia e nord Europa?
Sì. Premetto che mio padre è stato un gran viaggiatore e una persona molto avventurosa. Ci ha fatto viaggiare moltissimo e amava il campeggio, cosa che ci ha abituato a saperci adattare in molte situazioni. Viaggiare, in termini professionali, per mio padre è stato fonte d’ispirazione, ad esempio la Germania come i Paesi del Nord Europa l’hanno convinto ad introdurre in Italia i prodotti in piumino per la casa, sacchi a pelo per l’outdoor e una linea di abbigliamento dedicata.
In che anni siamo?
Siamo negli Anni Settanta, periodo in cui mio padre lanciò una linea per l’outdoor che ebbe molto successo e diventò molto famosa, grazie ad una politica commerciale molto dinamica, con la partecipazione a mostre e fiere, la messa a punto di un nuovo brand e alla contemporanea messa a punto di tessuti sempre più performanti per trattare la piuma.
È cambiata anche la piuma nel tempo?
No, direi di no. Le piume sono sempre uguali. Quello che è cambiato è il modo di lavarle e lavorarle. Sono cambiate le macchine e la tecnologia che consente prestazioni più precise, più controllabili nei dosaggi di acqua, aria e detergenti.
Anni Novanta, l’ingresso della seconda generazione
Il successo fu talmente clamoroso da innescare sia una crescita, quasi inaspettata, ma anche grandi problematiche: “Fu in quel momento che nostro padre chiese a mio fratello Nicola e a me di entrare in azienda”.
Come avete ricominciato?
Con pazienza, tenacia e con l’aiuto di fornitori e clienti che non abbandonarono nostro padre. Siamo cresciuti nuovamente, a piccoli passi, investendo, con l’aiuto di persone che sono state via via assunte nel corso degli anni e che, nel tempo, hanno dimostrato un grande attaccamento all’azienda.
Oggi Cinelli cosa produce?
Con il marchio Cinelli proponiamo la linea letto; per le altre due linee, abbigliamento e arredo, produciamo soprattutto conto terzi e poi c’è l’hotellerie che è un buon canale di vendita, un pochino più lento – non vendendo né lenzuola né asciugamani – ma di soddisfazione e dove abbiamo aperto anche nuovi mercati.
Ad esempio?
Uno su tutti, Dubai, che è un mercato fra i più recenti e più dinamici. Per due motivi: amano molto i prodotti di lusso e poi usano l’aria condizionata a temperature bassissime. E poi il Made in Italy è sempre apprezzato, piace ed è sinonimo di qualità.
E poi c’è l’arredo, che di fatto rappresenta le vostre origini…
Sì, con i cuscini. Si tratta di una lavorazione diversa, quasi artigianale e condivisa con architetti e designers. Di fatto si tratta di produzioni personalizzate e a misura di progetto.
Siamo ormai entrati nella seconda parte dell’anno. Qualche riflessione sull’andamento?
Dopo l’eccezionale annata del 2021 si è progressivamente tornati alla normalità e, oggi, le linee letto e arredamento presentano un andamento stazionario, mentre l’abbigliamento dimostra una maggiore dinamicità.
Cinelli nei negozi
Il vostro è un marchio assolutamente consolidato, diffuso e apprezzato nei punti vendita. Sulla base delle vostre esperienze cosa si vende? Quali sono le tendenze di acquisto?
Stiamo assistendo ad un progressivo cambio di abitudini, di gusti, direi. Se fino a qualche anno fa si vendevano molte trapunte fantasia, oggi è più richiesto il piumino bianco da rivestire con il copripiumino. La fantasia resiste nel nostro Paese, all’estero – dove peraltro ogni Paese ha la sua misura – prevale il piumino bianco.
E il prezzo è un elemento di selezione importante su un prodotto durevole?
Il prezzo è sempre importante, ciò che è ancora più importante è la consapevolezza del cliente che sta cambiando e cambia verso un’esigenza di qualità superiore. Aggiungo, anche in virtù della funzione d’uso. Nel senso che una volta la camera da letto era un luogo personale, riservato, da non mostrare. Oggi non è più esattamente così e anche questo cambiamento favorisce l’acquisto di prodotti più belli e di maggiore qualità.