Casastile luglio_la filiera di prossimità

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La filiera controllata, di prossimità a cui si collega anche la capacità di diversificare, di essere creativi sono gli asset che secondo Sergio Tamborini, presidente di Sistema Moda Italia hanno fatto sì che il tessile arredo e abbigliamento stia riscontrando risultati positivi. Considerazioni che forse possono quasi fare effetto dopo anni in cui si è sentito parlare sempre di delocalizzazione della produzione in un’ottica in globalizzazione del mercato…

Eppure la situazione economica e politica sta dando ragione a quei brand del made in Italy, ma non solo, che hanno investito nel mantenere una filiera di Paese.

Ed anche nel consumatore è cresciuta la consapevolezza, il desiderio, la sensibilità nel voler sapere cosa c’è dietro… come nascono i prodotti, in un’ottica di sostenibilità ma anche per capire cosa motiva il loro valore anche economico. Il successo di un evento come Homo Faber (55mila visitatori , 400 artigiani di 43 aesi), svoltasi lo scorso aprile alla Fondazione Cini di Venezia ne è un esempio evidente. Ma anche i brand più “titolati “ sentono oggi il bisogno di instaurare un patto di onestà nei confronti dei loro stakeholder ecco, allora, che lo fatto  per esempio Hermès con la mostra Hermès in the making approdata a maggio a Torino (dopo una tappa a Copenhaghen). Un evento (che ha visto la presenza di 25 mila visitatori ) in cui il brand ha voluto raccontarsi attraverso il lavoro di suoi artigiani, il suo savoir faire, i talenti delle varie regioni, il valore delle sue proposte. Ecco allora che termini come, competenze, genius loci, insieme a ricerca, innovazione, rispetto dell’ambiente sono le parole chiave anche di questo numero di Casastile in cui vogliamo guidarvi alle radici dei prodotti portandovi  anche a scoprire quelle grandi fucine di idee che sono le fabbriche.

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