Quali sono i linguaggi che le imprese italiane devono usare per raccontare il proprio valore all’estero e quali gli strumenti per traghettare la loro attività nei mercati internazionali, sono stati i temi toccati venerdì 5 giungo a Milano durante il convegno promosso da Casastile in collaborazione con Messe Frankfurt Italia. Sul tavolo del confronto esperienze e testimonianze diverse di esperti e consulenti, professionisti e imprese del settore tavola e casa che hanno fatto il punto su cosa vuol dire comunicare il brand made in Italy nel mondo.
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Claudia Bressan Boschini – Ceramiche d’Ancap. “Provocatoriamente vorrei dire: un’azienda italiana che deve proporsi sul mercato estero, più che di un’analisi dei valori forse dovrebbe cominciare da un’analisi dei disvalori che noi stessi abbiamo nei confronti della nostra italianità . Spesso abbiamo bisogno che gli altri ci dicano quanto siamo bravi. Forse perché ci esprimiamo meglio con ciò che sappiamo fare piuttosto che con la comunicazione vera e propra. Se però solo per fare un esempio analizziamo parole come Espresso e Cappuccino acquisiamo la consapevolezza sono vocaboli con un riconoscibllità mondiale. Questo porta a un paradosso: c’è più cultura del prodotto italiano all’estero che non in Italia. Come aziende ci troviamo quindi ad affrontare mercati stranieri che apprezzano specificità culturali. Rispetto al caffè Espresso, per esempio, un distributore straniero, in qualunque parte del mondo, esige di avere non solo una data miscela e aroma ma anche la tazza più idonea per servirlo perché ritiene grazie a quanto ha imparato che sia importante creare un vero e proprio mood. In qualsiasi settore dobbiamo proporci quindi raccontando questo storytelling. La mission della nostra azienda è di trasmettere comunque lo Slow Italy. Che tutto sommato piace. Direi che i valori da trasmettere sono tanti. In questo mare magnum, come aziende dobbiamo cercare di comunicarlio con tutti i strumenti a disposizione. Spesso senza aiuto dal Sistema Paese nei settori di nicchia, sta alle aziende identificarsi nel mercato volubile con creatività particolari cercando di mantenere l’equilibrio tra investimento e risultato. Operazione sicuramente agevolata se fatta con mezzi digitali, capaci di rendere virale un concetto o “la parola” che rappresenta un valore che in quel momento genera l’immediata richiesta di quella cosa. In questo senso l’Italia forse è fuori tempo. Chi apprezza l’Italia cerca valori diversi: ci identificano con l’Italian way of life e quindi vendere o regalare questo sogno è quello che ci chiedono all’estero“.