#fase2 Riaccese le macchine ora per l’industria italiana è tempo di capire come reagiranno i mercati. Ne abbiamo parlato con Andrea Barazzoni, Direttore Generale Barazzoni.
Cosa ha significato per voi riprendere la produzione?
La ripresa della produzione è subordinata alla ripresa del mercato, quindi è prematuro poter affermare che “siamo ripartiti”.
Abbiamo acceso i motori, psicologicamente è importante, vedremo quale sarà la richiesta.
Anche se, in effetti abbiamo sempre mantenuto attiva una parte dell’Azienda, quella volta al contatto con clienti, dei fornitori, dei collaboratori, è comunque bello tornare a sentire “il rumore delle macchine”. Speriamo di tornare a sentire presto anche “il rumore dei Negozi”
Cosa porterete nel futuro di questa esperienza?
La consapevolezza che chi governa deve essere in grado di assumere decisioni chiare, logiche, praticabili e sensate.
La speranza che attraverso una rinnovata democrazia, un domani questo possa avvenire.
La speranza che il consumatore prediliga (se non lo fa già) prodotti italiani che garantiscono qualità e sicurezza al consumatore, lavoro agli italiani ed un impatto ambientale ridotto.
Avete già pensato a quali attività mettere in campo terminata l’emergenza per rilanciare l’azienda?
Si, cercheremo di sviluppare maggiormente la vendita on line – che è stata ingiustamente e, con un grave difetto di concorrenza sleale nei confronti del resto del mercato, l’unica attiva in questo periodo.
È evidente però che la portata di quanto sta avvenendo supera quanto può mettere in campo una singola azienda, quello che ci preoccupa sono le misure messe in campo per permettere una ripartenza veloce e reale dell’economia.
Manca ancora – ed è un grave ritardo – liquidità sul mercato, quanto promesso è fino ad oggi poco chiaro e trasparente e presenta non pochi limiti: oltre alla burocrazia, i prestiti non sono a perdere, i tassi non sono zero e non sono stabiliti dallo Stato ma lasciati alla libera contrattazione, i tempi di rientro troppo brevi.