Lo scorso 13 giugno, a Bruxelles, Alberto Paccanelli, amministratore delegato del Gruppo Martinelli Ginetto, è stato nominato presidente di Euratex, la Confederazione Europea del Settore Tessile e Abbigliamento (The European Apparel and Textile Confederation).
L’Italia, Paese che genera il 26-27% del totale della produzione tessile in Europa, è così alla guida della prestigiosa confederazione che conta in totale 171mila aziende che danno lavoro a 1.7 milioni di persone.
Abbiamo incontrato Alberto Paccanelli per capire insieme a lui quali devono essere i temi prioritari da sviluppare nei prossimi anni sia per l’industria tessile italiana che per quella europea. Ci racconta: «Sono quatto i punti su cui urge lavorare. Al primo posto c’è la politica commerciale: è urgente puntare a un commercio free and fair che, attraverso accordi bilaterali e multilaterali, faciliti l’ingresso dei prodotti europei sui mercati internazionali.
Al secondo posto si colloca il sostegno alle attività di innovazione del settore, tra cui la digitalizzazione e l’industria 4.0, indispensabili per rendere più competitive le variegate filiere produttive.
Altro pilastro su cui poggiare il lavoro della Confederazione è costituito dall’attenzione per la formazione e la crescita delle competenze nel settore, sia intervenendo sulle risorse già occupate sia attraendo nuovi giovani talenti, indispensabili per dare il loro apporto a un settore che voglia risultare vincente.
Ultimo, ma non per importanza, è il capitolo della sostenibilità, che si lega al tema dell’economia circolare. Facile a dirsi, ma che può essere realizzato soltanto in modo graduale visti gli investimenti richiesti: sicuramente l’industria tessile è fra le più inquinanti del sistema produttivo, ma è anche vero che le aziende di questo settore stanno facendo importanti sforzi in R&S proprio con l’obiettivo di creare percorsi virtuosi. Per questo motivo Euratex si impegna a sostenere le imprese, soprattutto le PMI, nell’imprescindibile, ma delicato, processo di transizione».