Progettare il negozio. Intervista a Vudafieri-Saverino Partners

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Per farci un’idea su come gli spazi negozio evolveranno in futuro e saranno in grado di offrire al cliente una “shopping experience” soddisfacente abbiamo incontrato architetti e designer abituati a confrontarsi con queste problematiche.

negozio Claudio Saverino e Tiziano Vudafieri di Vudafieri-Saverino Partners per il negozio che verrà sostengono: «I negozi sono luoghi esperienziali».

Diciamo subito che il negozio aumenta l’esperienza olistica del consumatore. Dal momento dell’ingresso a quello dell’acquisto lo store dev’essere in grado di coinvolgerlo. La parola chiave per i punti vendita è e sarà sempre più l”engagement”. Un obiettivo che è il risultato di molteplici fattori: dall’accoglienza da parte dello staff al design dell’ambiente, al contesto sensoriale (musica, luci, profumi).

L’esperienza inoltre deve proseguire anche al termine dello shopping attraverso inviti speciali, eventi collaterali e performance artistiche che hanno lo scopo di intrattenere, informare e fidelizzare il cliente. Già prima del Covid era in atto un processo di integrazione di sempre più funzioni all’interno dei punti vendita. Pensiamo, ad esempio, ai molti Department store che, oltre alla vendita dei prodotti offrono un mix di servizi, come food&beverage, beauty, concierge, entertainment, eventi, uffici…

Questa tendenza andrà sempre più rafforzandosi, anche a seguito del Covid. Per tornare ad essere protagonisti della vita sociale i luoghi di aggregazione, anche commerciale, avranno sempre più bisogno di simili soluzioni “fisiche e reali” compatibilmente ai nuovi standard di sicurezza. Ovviamente, dal punto di vista progettuale, ciò comporta una maggiore flessibilità di spazi e layout.

L’odierna crescita dell’e-commerce rende il sistema retail più importante che mai. I negozi non sono più soltanto il luogo dove si esercita l’incontro tra offerta e domanda, ma divengono il centro del racconto di unicità dei brand, luoghi di esperienze dentro i quali costruire relazioni, fidelizzare i clienti, alimentare un percorso di valore per la marca. Il linguaggio attraverso cui si colgono questi obiettivi è proprio l’architettura e l’interior decoration.

I brief che riceviamo dai nostri clienti non sono mai stati così complessi come in questi anni, il livello di integrazione delle competenze necessarie è estremamente differenziato e abbraccia una pluralità di discipline. Detto ciò, pensiamo che sempre più nell’esperienza dello shopping si stia andando verso un’integrazione dei canali digitali. Espandere l’esperienza collaterale allo shopping puro e semplice è necessario per sopravvivere in un mercato sempre più competitivo.

Un esempio sono i touchpoint digitali che in tempi di Covid possono aiutare a ridurre i contatti fisici, ma in un’ottica di lungo periodo dovranno essere integrati nello store in modo personalizzato e non freddo. Per concludere, ci piace pensare il negozio come lo strumento attraverso cui i clienti possono compiere uno straordinario viaggio all’interno dell’universo del marchio. Lo spazio fisico, il visual merchandising e il category management dovranno “vendere” un’esperienza e non solo un prodotto. Questo è un aspetto fondamentale con cui i progettisti dovranno sempre più confrontarsi in futuro nel disegnare un punto vendita.

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