Abbiamo voluto collegare il tema della “visione femminile” a quello dell’imprenditorialità. Esiste un approccio femminile al mondo del lavoro e dell’impresa e, in caso affermativo, in che tipo di scelte e di politiche aziendali si concretizza?
In un paese come l’Italia in cui il “gap gender” è ancora molto forte (da studi sul tema emerge che soltanto un’attività imprenditoriale su cinque è guidata da una donna) abbiamo selezionato un gruppo di imprenditrici del nostro settore e chiesto loro di raccontarci la loro esperienza. Ne è emerso un quadro ricco e vivace, composto da donne che credono profondamente nel loro lavoro e che senza inutili settarismi nel loro agire pongono in atto la loro visione in rosa.
Marina Vago – Taitù
«Credo non ci siano dubbi sui differenti caratteri e approcci psico-comportamentali tra uomini e donne, ma dicendo questo non intendo operare alcuna generalizzazione relativa alla superiorità di un genere sull’altro. La capacità di essere “multitasking”, il senso di praticità nell’affrontare problematiche diverse e anche lo studio e la progettazione dei prodotti da lanciare sul mercato contraddistinguono maggiormente le donne. Paritetica mi sembra essere invece la creatività artistica, mentre l’analiticità appartiene a mio avviso più all’uomo. Certo è che in un contesto storico come l’attuale, attraversato da grandi sfide riguardanti il mercato in generale e il settore home décor in particolare, la sensibilità e il senso pratico femminili si traducono in una maggiore capacità di adattamento alle mutevoli condizioni esterne.
Anche se il genere non rientra tra i criteri di selezione del personale, è un dato di fatto che Taitù Milano è a conduzione prevalentemente femminile ossia “power women oriented”: dal Ceo, all’art director, dal team creativo alla struttura marketing e amministrativa. Le produzioni di Taitù Milano nascono da un percorso che vede coinvolta tutta l’azienda, in un vero lavoro di team. Sicuramente, l’impronta femminile del brand si impone con evidenza nei temi trattati, come quello della natura, ma anche degli allestimenti per la tavola, delle proposte di design per tutta la casa, della combinazione tra profilo naturale e architettonico, del mix&match tra creatività diverse e, non meno importante, della funzionalità degli oggetti».
Francesca Cinelli – Cinelli Piume e Piumini
«La visione femminile per me si identifica nell’intuito e nella capacità di proiettarsi nel futuro. Detto questo, è vero che oggi molte donne assumono comportamenti considerati maschili (competitività, aggressività ecc.) e che molti uomini, invece, mostrano una grande sensibilità. Per me il femminile è sinonimo di dolcezza, di bellezza, di amore per la vita, di comprensione, ma come ho detto sono tratti che non caratterizzano solo le donne. Dal punto di vista professionale, quando si tratta di creare nuovi prodotti amo discutere e confrontarmi con i miei collaboratori con i quali ho un rapporto empatico.
Il mio approccio femminile al lavoro si traduce nella capacità di mettere a fuoco le varie sfaccettature dei problemi che mi trovo ad affrontare. Problemi che poi risolvo affidandomi alla razionalità, una qualità in genere considerata più maschile. Considero la maggior parte dei nostri prodotti molto pratici, pertanto li definirei unisex, ma durante la preparazione della nostra linea di trapunte in fantasia, lavoro pensando soprattutto alla sensibilità del pubblico femminile. In passato mi ha dato particolare soddisfazione l’ideazione della linea di trapunte che ho battezzato Contrappunto, nata dalla collaborazione con Guido Bonacci e Monica Spicciani, dove si fondevano armonie di colori e musicalità di forme».
Barbara Targioni – Ta-bru
«Senza voler dare giudizi di valore, sono convinta che le donne abbiano una visione totalmente diversa rispetto a quella maschile. E affermando ciò non voglio certo dire che una sia più giusta o profonda dell’altra. Tra le differenze che caratterizzano i due universi, citerei la capacità di noi donne di anticipare, spesso, problematiche che nel breve e nel medio periodo potrebbero manifestarsi.
Direi quindi che la nostra sensibilità ci consente di avere una visione più ampia del futuro. Tra i prodotti che mi hanno reso più orgogliosa c’è sicuramente la borsa Kyoto che nella sua essenzialità rispecchia perfettamente l’immagine di una donna pratica ma allo stesso tempo elegante».
Alessandra Galati – GALATI HOME DESIGN – Capo d’Orlando (Me)
«Senza voler mancare di rispetto ai nostri colleghi maschi, credo che la visione femminile sia più ampia, più complessa. Nella mia professione, l’intuito, la sensibilità, il senso pratico molto spesso influenzano positivamente la scelta degli oggetti, il cogliere per tempo una nuova tendenza o percepirne il declino. L’essere donna nei nostri punti vendita può a volte essere elemento di forza: la cura dell’esposizione, la scelta dei prodotti non solo dal punto di vista estetico ma per le loro caratteristiche funzionali. Vi è poi il desiderio tipicamente femminile di voler affascinare ad ogni costo il cliente. Di non vendergli cioè solo oggetti ma di trasmettere anche valore, argomentando ciò che gli stiamo proponendo. Questa è la filosofia che seguo nella gestione del mio negozio, in cui gli oggetti sono sempre selezionati ed esposti in maniera lineare e chiara, in modo da facilitare al cliente le scelte d’acquisto. A questo si aggiunge la cura che presto nell’allestimento delle vetrine che non passano mai inosservate!».
Anna Bee – Hammerfest
«Per quanto riguarda la mia esperienza professionale, tra uomo e donna noto delle differenze di natura pratica e gestionale. Il lavoro di imprenditore a mio avviso necessita di una presenza a tutto tondo: la parte “tecnica” e quella “umana” devono fondersi armoniosamente. Per me sarebbe inimmaginabile non seguire ogni parte del processo produttivo, un atteggiamento che però non è comune a tutti. Sono molto decisa nelle scelte e una volta presa una decisione la seguo fino in fondo. Ho un carattere forte e determinato che non è propenso al compromesso.
Nel mio percorso professionale è capitato che il mio essere una donna imprenditrice abbia un po’ complicato il lavoro: negli anni ho subito infatti atteggiamenti scorretti da parte di istituti di credito, da fornitori e anche da colleghi in affari. Ma queste esperienze non positive mi sono servite e oggi non accetterei più di essere discriminata solo per essere donna. Amo profondamente ciò che faccio e anche se a volte il mio lavoro può essere duro, la fatica è mitigata dalla passione che pervade ogni fase del processo produttivo. Nel piumino, nella sua leggerezza e nella sua morbidezza, nel suo essere prodotto con materiali naturali come cotone e piumino, ritrovo alcuni tratti del mio carattere: il mio amore per la natura e per la vita all’aria aperta».
Elena Guardini – Guardini
«Basandomi sulla mia esperienza lavorativa, ritengo che nel mondo imprenditoriale esista una ‘visione femminile’ che si differenzia da modi di agire e di pensare più tipici dell’universo maschile. L’azienda che dirigo è permeata dal mio approccio femminile. Sono a capo della divisione marketing, ossia della parte più creativa dell’azienda che comprende la comunicazione, la pubblicità, il packaging dei prodotti e, in qualche modo, ogni scelta che viene compiuta riflette la mia visione.
Un altro esempio di come il femminile caratterizzi Guardini è dato dalla sua forza lavoro, composta per il 60% da donne, dalle dipendenti presenti in produzione alle collaboratrici che lavorano nel reparto marketing e negli uffici commerciali e amministrativi. Se all’interno della produzione Guardini dovessi scegliere un prodotto di cui sono particolarmente fiera anche perché esemplifica la mia visione femminile, opterei per Sweet Magic, una nuova linea di stampi, studiata per realizzare torte creative dalle forme molto elaborate, anche in modo casalingo. Questa linea è adatta a tutte e tutti e garantisce un ottimo risultato. Un eloquente esempio di creatività applicata all’universo della cucina».
Anna Lapini NEGOZIO LAPINI – Arezzo
«È evidente che essere donna porti a pensare in un’ottica completamente diversa rispetto a quella maschile, un’ottica anche legata alle emozioni che scandiscono la nostra vita e questo, a mio avviso è un valore aggiunto. È naturale quindi che i due generi agiscano in modo diverso. Sono convinta però che solo una visione globale che unisca aspetti maschili e femminili sia quella da adottare nella vita e nel lavoro. Se ci guardiamo intorno, d’altra parte, scopriamo che una ‘governance’ prettamente maschile il più delle volte non ha dato grandi risultati. Nella nostra piccola impresa familiare vige la piena democrazia paritaria. Si adotta il modo di agire di chi, uomo o donna che sia, dimostra con le proprie idee di raggiungere i risultati migliori. Ci siamo sempre divisi i compiti in base a quella visione globale di cui parlavo e in quest’ottica non esiste una visione femminile o maschile ma solo attitudini naturali o maturate nel tempo e legate a tanti fattori (cultura, creatività, ricerca, passione, studio, determinazione), fattori che non sono certo legati al genere».
Cristina Montini – Risolì
«La cucina è il regno della donna. Un ambiente in cui la priorità è la necessità di essere pratica, veloce per soddisfare al meglio il palato dei componenti della famiglia. Nella mia professione di imprenditrice donna tengo conto di questa esigenza offrendo strumenti semplici pratici e funzionali che consentono una cottura rapida preservando il gusto e il sapore dei cibi. Dei veri e propri “amici” che semplificano il lavoro della donna in cucina, belli anche dal punto di vista estetico e, soprattutto, 100% a filiera italiana controllata, che possono essere utilizzati per diversi tipi di cottura, dalle più semplici a quelle più lunghe ed elaborate.
Tra i nostri prodotti che al meglio esprimono questa esigenza c’è Vaporgrill, ottimo strumento che consente più cotture al vapore e alla griglia, su piastra e al forno. Un utile strumento da cottura che grazie alle sue caratteristiche mantiene i cibi morbidi non facendo perdere le proprietà nutritive. Ottimo per cucinare qualsiasi pietanza in modo sano e naturale senza aggiunta di grassi».
Barbara Vitale – Villa d’Este Home Tivoli
«Ogni volta che scelgo una collezione o vado alla ricerca di nuovi spunti creativi sono indubbiamente guidata dalla mia visione femminile del mondo. Nella scelta del design e dei decori, cerco sempre di trasporre le tendenze della moda negli elementi caratterizzanti della convivialità, della tavola e della cucina. Senza dubbio, il fatto che VdE si rivolga a un target prevalentemente femminile facilita il mio lavoro. L’innato istinto femminile, tuttavia, entra in gioco quando sono in ascolto, quando cioè approfondisco le esigenze e le preferenze della mia clientela traducendole in oggetti. Il nostro obiettivo è quello di proporre al pubblico un prodotto che sia un perfetto mix tra estetica, funzionalità e praticità, e quando parlo di praticità penso ad esempio a quelle donne che, da sole o con la famiglia, scelgono di vivere in case piccole per agevolare la gestione dell’economia domestica, e che dunque necessitano di oggetti pratici e facili da collocare all’interno dello spazio domestico.
L’ultima scelta frutto di una visione femminile del mio lavoro è il restyling del logo. Il duro lavoro di costruzione dell’identità del brand mi ha finalmente portata a compiere una scelta rivoluzionaria: Villa d’Este Home Tivoli diventa VdE (/vidi’e/). Ho avvertito il bisogno di un cambiamento e che questo era il momento giusto per attuarlo. A livello produttivo, infine, una linea di cui sono particolarmente fiera è Victionary. Si tratta del dizionario secondo VdE, riscritto sfruttando l’ironia della vita quotidiana: fruibile anche dagli uomini, ma creato dalle donne per le donne, la linea include barattoli, poggiamestoli, tessile ecc… L’obiettivo della linea Victionary è quello di strappare un sorriso attraverso un contenuto ironico. Mi piace ricondurre la creazione di questa linea al mondo femminile per l’attenzione che ogni donna presta al dialogo, per la felicità che proviamo nel riconoscerci in una citazione letteraria o nel verso di una canzone, per l’importanza che ognuna di noi attribuisce alle parole».
Maria Alberta Zibetti – Fazzini Home
«Non penso che sia il caso di generalizzare riguardo all’esistenza di due diverse visioni della gestione aziendale legate ai generi sessuali. Detto questo, devo ammettere che nel mio caso sì, le scelte fondamentali sono state orientate dal fatto di essere donna in un ambiente caratterizzato da grandi successi imprenditoriali ottenuti in prevalenza da maschi. Da qui la necessità di distinguere le mie scelte, soprattutto di prodotto, di differenziarmi dalle formule già sperimentate. Così nella mia professione ho cercato di esprimere il mio mondo, di agire con la ragione ma anche con il cuore, realizzando prodotti di facile manutenzione ma anche capaci di far sognare e di dare alla casa una nota di originalità.
In generale penso che sia tipico di una visione femminile interpretare con coraggio le esigenze e le tendenze di un mondo come il nostro in continua evoluzione e di spingersi sempre nella ricerca di nuove strade con passione e costanza. Ad esempio all’inizio della mia carriera professionale e agli albori della stampa digitale ho avuto l’idea di riprodurre su tessuto alcune opere dell’Impressionismo realizzando capi a motivi patchwork. Il concept pionieristico ha avuto successo ed è stato ripreso anche da altre aziende. Un’ispirazione che ho elaborato proprio prendendo spunto dalla formazione scolastica femminile del mio tempo!».