Lo studio MCA Mario Cucinella Architects, incaricato nel 2015 da Fondazione Luigi Rovati dell’intervento di recupero architettonico del palazzo storico dell’800, situato in Corso Venezia 52, ha concluso il progetto con l’ampliamento e l’annessione di ulteriori aree da adibire a funzione museale.
Il nuovo museo della Fondazione presenta oggi spazi che sono stati pensati nel rispetto dell’edificio preesistente e vanno a integrarsi mediante l’ampliamento del primo piano interrato adibito a esposizione e, la realizzazione di un secondo piano interrato, sotto il piano delle fondazioni, dedicato al deposito delle opere e a tutta l’impiantistica, a servizio dell’intero edificio. Lo studio MCA in caricato della Direzione Artistica generale, ha inoltre progettato gli interni e gli allestimenti.
“È grazie allo straordinario lavoro ed entusiasmo della Presidente della Fondazione, Giovanna Forlanelli, che questo importante intervento, che contribuisce all’offerta culturale della città di Milano, si è potuto realizzare. Non solo museo ma produzione di nuove visioni culturali e un impegno sociale di straordinaria rilevanza per il nostro tempo grazie al contributo strategico del prof. Mario Abis.” Dichiara Mario Cucinella, Fondatore e Direttore Artistico dello Studio MCA Mario Cucinella Architects.
IL PROGETTO DI RECUPERO
Dopo essere stato alleggerito con opere di strip-out e demolita una porzione di copertura per motivi strutturali, l’edificio è stato temporaneamente adagiato sui pali di sottofondazione, consentendo la demolizione delle vecchie strutture di fondazione e la costruzione dei due piani interrati.Allo spazio ipogeo si accede dall’ingresso principale: attraverso una scala intagliata nella pietra serena, materiale estratto dalle cave tosco-emiliane, si arriva allo spazio espositivo dedicato alla collezione etrusca composto da tre sale circolari e una grande ellittica. Questo spazio in penombra è avvolto da 30.000 conci di pietra e si trasforma in un viaggio nel tempo dell’arte, nelle sue espressioni tecniche, poetiche e umane. Unitario e fluido, è ispirato alle tombe di Cerveteri, fra le poche architetture etrusche rimaste.
Il percorso espositivo è un viaggio attraverso l’arte e l’architettura, tra forma e materia tra città e civiltà. Dai guerrieri al rapporto con la natura, dalla bellezza all’incontro con gli Dei. Gli impianti urbanistici etruschi, da Marzabotto a Vulci, raccontano la città, l’organizzazione degli spazi dell’abitare; diventa così parte dell’esperienza espositiva, la dimensione urbana e quella degli oggetti, dalla casa alla bottega, dal banchetto al mare.
Nei piani fuori terra sono parallelamente cominciati tutti i lavori interni di finitura e – al piano primo (piano nobile) – si è proceduto al restauro e al riposizionamento delle boiserie e degli arredi preesistenti, progettati e introdotti nel palazzo dall’architetto Filippo Perego nella prima metà del ‘900.
Di questi cinque piani, il livello zero è destinato alla hall di ingresso e al giardino, al bookshop, alla biglietteria e al caffè bistrot. Il piano successivo, piano ammezzato, è destinato agli uffici della Fondazione Luigi Rovati. Segue poi il piano nobile destinato a spazi per l’esposizione museale e d’arte contemporanea con interventi site specific in alcune stanze, il piano secondo destinato a eventi ed esposizioni temporanee, e infine il terzo piano ospita il ristorante.
IL DESIGN DEGLI ARREDILo Studio MCA ha inoltre curato il design delle teche espositive e, in stretta collaborazione con la Fondazione Luigi Rovati, il progetto museografico con la collaborazione scientifica del Prof. Salvatore Settis. Vetrine espositive e allestimenti interni sono stati progettati perseguendo il massimo degli standard internazionali in termini di qualità tecnica estetica e funzionale, e introducendo elementi di novità e sperimentazione in ambito museale.
IL PLAN DEL GIARDINOAltro elemento fondamentale nel generale progetto di recupero e restyling del palazzo è il giardino esterno, progettato dallo studio Greencure Marilena Baggio. Oggetto di vincolo da parte della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Milano, nel progetto del giardino è stato previsto il mantenimento e il rispetto delle specie arboree preesistenti, andando a integrare elementi di vegetazione e prato già presenti nel contesto cittadino. Nell’ottica di limitare i consumi idrici si è inoltre deciso di optare per specie arboree che necessitassero di poca irrigazione.
RISPARMIO ENERGETICO E SOSTENIBILITA’
Fin dalle prime fasi, grande attenzione è stata data al tema della sostenibilità ambientale ed energetica, sia in termini impiantistici sia di scelte dei materiali e nelle generali strategie d’uso. L’edificio è infatti in corso di certificazione, mediante protocollo LEED v4 New Costruction & Major Renovation e il livello di prestazione previsto è il SILVER.
L’energia termica e frigorifera per la climatizzazione degli spazi è interamente ottenuta mediante sistemi a pompa di calore ad acqua di falda, attingendo quindi dalla generosa risorsa geotermica di cui dispone la Città di Milano, annullando le emissioni di gas serra locali e garantendo la massima fruibilità di tutti gli spazi esterni dell’edificio senza introduzione di emissioni acustiche rilevanti e senza occupazione dei pregiati spazi esterni fruibili per il pubblico.
Le prestazioni dell’involucro dell’edificio sono state notevolmente migliorate anche grazie alla coibentazione delle murature storiche conservate, alla sostituzione di tutti i serramenti con componenti ad alte prestazioni termiche e visive, e infine all’introduzione di sistemi di schermatura automatizzati sia per il controllo dell’energia solare sia per il controllo del comfort luminoso. Gli impianti di illuminazione sono full LED e a controllo dell’intensità.
La riduzione dei fabbisogni energetici è ottenuta anche mediante un impianto fotovoltaico nella copertura posizionato nella falda, lato interno per il rispetto del vincolo paesaggistico della veduta da Corso Venezia.
Tutti gli spazi sono ventilati con aria di rinnovo, trattata e filtrata secondo i più severi standard della certificazione LEED, al fine di garantire un elevato livello di qualità dell’aria interna con abbattimento del particolato e degli inquinanti gassosi.
“La Fondazione Luigi Rovati esprime così, anche attraverso il recupero di un edificio, i concetti fondamentali di sostenibilità, di recupero, di una attenzione ai temi dell’energia e dei consumi, al riuso dei materiali; ma anche la particolare attenzione alle condizioni di benessere per i visitatori, ricercatori e personale. L’architettura e l’arte sono una forma di cura, entrano dentro di noi, creano emozioni immaginazione e ricordi. È un modo per prendersi cura delle persone, e questa attenzione è l’espressione più genuina della sostenibilità.” Dichiara Mario Cucinella.