Sono stati più di 2.500 gli espositori(provenienti da 28 paesi) della Hong Kong Houseware Fair e dell’Home Textile che si sono svolte dal 20 al 23 aprile all’Hong Kong Convention and Exhibition Centre. Durante i quattro giorni di fiera sono stati accolti quasi 47.000 visitatori.
Un successo degno di nota, in un periodo in cui l’economia globale è caratterizzata dall’incertezza: le esportazioni di Hong Kong nel settore houseware e tessile nei primi mesi dell’anno sono comunque cresciute di oltre il 16% anno su anno per un valore di 52 miliardi di HK Dollar (circa 6.5 miliardi di €), confermando il ruolo di centro mondiale del commercio della città.
Un successo non casuale, d’altra parte: l’Organizzatore (l’Hong Kong Trade Development Council, HKTDC) ha lavorato in maniera impeccabile sul posizionamento della Fiera, rendendola un medium efficace per gli espositori e allo stesso tempo un market place efficacemente accessibile per i buyer.
Quest’anno è stato individuato come fil rouge contenutistico l’acronimo, L. I. F. E., che stava per Lifestyle, Interior, Feast (Convivialità) e Enrich (Arricchimento): sul quale è stata improntata l’intera manifestazione, influenzandone ogni suo aspetto, dalla disposizione logistica dei padiglioni al calendario degli eventi che si sono svolti durante le giornate di fiera.
Gli spazi espositivi erano raggruppati secondo questi quattro filoni e all’interno di ciascuno, poi, veniva esaltata anche l’identità geografica degli espositori, aggregandoli per provenienza. In questo modo, il collocamento tradizionale (per prodotto o per geografia) è stato intelligentemente oggetto di uno storytelling efficace.
Lo storytelling in effetti ha avuto un grande ruolo all’interno della manifestazione: il fil rouge L.I.F.E. è stato il cuore di un interessante studio sui trend della primavera estate 2020 che l’Organizzatore ha commissionato ad un istituto di ricerca indipendente (il WGSN, specializzato nella previsione di trend a livello mondiale) e che ha avuto una trasposizione anche fisica a livello espositivo: nel padiglione 3 è stata allestita una zona dedicata nella quale alcuni prodotti di alcuni espositori selezionati sono stati esposti come rappresentativi dei quattro trend.
I padiglioni posti al primo piano, il più visibile, erano dedicati alla L di Lifestyle e, a differenza degli altri, non vedevano alcun raggruppamento geografico degli espositori, ma una valorizzazione i dei contenuti qualitativi. Qualità declinata sui temi del green living, degli strumenti di cucina, del design e dell’eleganza (la Hall of Elegance esprimeva la crème degli operatori di più alto posizionamento, tra cui un vincitore del Red Dot Award e un vincitore dell’IF Design Award).
L’HKTDC ha inoltre investito molto nella realizzazione di una App mobile che consentisse a tutti gli operatori (espositori e buyer) di interagire in maniera non mediata e non necessariamente confinata esclusivamente all’interno dei giorni della fiera: di fatto un marketplace attivo durante tutto l’anno.
Espositori e visitatori sono stati invitati a fornire la propria previsione sulle prospettive di crescita dei principali mercati del settore e, tra quelli tradizionalmente attivi, Giappone, Taiwan e Hong Kong sono risultati essere i tre più promettenti, mentre tra i mercati emergenti, sono stati segnalati come particolarmente interessanti la Cina e i paesi del sud est asiatico.
A proposito invece delle tipologie di prodotto che sono state ritenute più interessanti per il prossimo futuro, sicuramente i prodotti eco-friendly hanno avuto il maggior riscontro, seguiti da kitchenware, gadget e arredamento di design come categorie a maggior potenziale.
Un piccolo sondaggio condotto direttamente da Casastile e solo presso gli espositori italiani presenti in Fiera ha voluto verificare empiricamente se davvero “valesse la pena” per un’azienda del nostro Paese essere espositore alla Houseware Fair e perché. Ebbene, tutti gli interpellati hanno concordato sul fatto che essere presenti a Hong Kong è un’opportunità unica di venire in contatto con buyer di tutto il mondo, e in particolare di tutto il Far East, il che consente di focalizzare energie, e investimenti, in un unico luogo per un breve periodo di tempo, senza disperderle spostandosi nei singoli paesi.