Inaugura il prossimo 16
aprile, per proseguire anche oltre la Milan Design Week (ovvero fino alla fine del mese), una delle mostre-evento più interessanti
del Fuorisalone: The
White Collection, organizzata da Venini
al Museo Bagatti Valsecchi,
presenterà opere firmate da Tadao Ando,
Emmanuel Babled, Barber & Osgerby, Mario Bellini, Rodolfo Dordoni, I M Lab,
Alessandro Mendini, Fabio Novembre, Leonardo Ranucci, Fabio Rotella, Carlo
Scarpa, Ettore Sottsass, Toso & Massari.
Ando Light – Tadao
Ando per Venini
Tadao Ando, maestro della geometria pura, fenomeno
autodidatta e icona dell’architettura contemporanea, ha realizzato con Venini
in occasione del Salone del Mobile un nuovo capolavoro: Ando Light.
Il progetto nasce e
si sviluppa con un concept modulare, sfruttando un’illuminazione di tipo back lighting, ottimizzando la
particolare diffusione che si ottiene con il vetro di colore Lattimo.
L’elemento modulare è realizzato nelle dimensioni di 24 x 24 cm. Il modulo in vetro
viene sostenuto al centro tramite un elemento in alluminio che funge sia come
supporto della sorgente luminosa a LED che come suo dissipatore. La particolare forma e sezione
dell’elemento permetterà di creare delle composizioni di grandi superfici o
volumi, che saranno particolarmente adatti a illuminare vari spazi
architettonici. La forte caratteristica espressiva del modulo è evidenziata
dalla lavorazione a “piastra” eseguita completamente a mano. I collegamenti
elettrici sono coassiali al punto di fissaggio centrale e di conseguenza si
renderà invisibile tutta la connessione elettrica. La sorgente luminosa pensata
è un Power LED di 1,5 watt x 90 lumen di flusso emesso.
Molto
più suggestiva la presentazione del
prodotto da parte dello stesso Tadao
Ando: “Una semplice figura piana
rettangolare si fonde con la geometria di una sequenza di curve sinusoidali. Il
frammento liberamente curvato in superficie ottenuto da operazioni geometriche
è riprodotto utilizzando il Vetro Venini. La geometria rigidamente applicata
diventa un'”Onda con l’Anima” che assume complessità in relazione
alla luce. Tuttavia, la semplicità del quadrato originale rimane immutata.
L'”Onda con l’Anima” permette una combinazione libera tra le parti e
le onde sovrapposte creano un’ampia varietà di prodotti.”
Murana & Happy
Pills – Fabio Novembre per Venini
Venini presenta le nuove collezioni di Fabio Novembre, uno
dei talenti più originali e sorprendenti della nuova generazione del design italiano e
internazionale. Per Venini Fabio Novembre ha disegnato una serie di oggetti: la
collezione Happy Pills e Murana. La collezione Happy
Pills è composta da cinque oggetti che traggono ispirazione nelle forme, nei colori e
nei significati, dal mondo chimico-farmaceutico.
Così Fabio Novembre
illustra il concept della collezione: “Il
concetto di utilità va facendosi sempre più sfumato tra gli oggetti che ci
circondano. Quello che oggi chiediamo a questi silenziosi compagni di strada
della nostra vita è di farci compagnia, di strapparci un sorriso, o nel
migliore dei casi di darci un’emozione. Chimica ormonale influenzata dalla
chimica dei materiali. Le Happy Pills sono il placebo muranese che, con forma e
colori, vuole sostituirsi a soluzioni farmacologiche”.
Per Venini questa collezione rappresenta una rivisitazione di una delle tecniche più
rappresentative dell’azienda e, allo stesso tempo, una delle più scenografiche
e complesse da realizzare, ovvero quella dell’Incalmo. Questa particolare
tecnica consiste nella lavorazione separata della parte superiore e inferiore
dell’oggetto, che vengono poi unite a caldo. Affinché questo passaggio vada a
buon fine è richiesta un’elevata perizia da parte dei maestri vetrai di Venini.
Il vaso Murana è
un’opera che racchiude in sé un simbolo tipico di Fabio Novembre, la maschera. Il
designer è solito ispirarsi all’utilizzo del volto umano, dalla bellezza androgina
e dall’espressione enigmatica, quasi a interrogare l’osservatore.
“Nella
tradizione veneziana, indossare una maschera significa negare la propria
identità per sottrarsi alle convenzioni sociali e riguadagnare
quella libertà che Wilde, in un suo celebre aforisma, definisce sincera. Venini è uno dei
pochi nomi che nel mondo ancora evocano la magia di Venezia, con la sabbia e
con il fuoco, con il colore e con la trasparenza, tra miti prometeici e fornaci
muranesi. Murana è appunto il nome della maschera che ho immaginato per Venini:
un volume da indossare per filtrare la realtà attraverso il vetro delle sue
superfici, un volto senza connotazioni sessuali o razziali che si presta a
rappresentare qualsiasi forma di umanità, un’anima per un oggetto che distrattamente potrebbe
essere percepito come un vaso… Buongiorno signora maschera, buongiorno
signora Murana.”
[…] il vetro, materiale con cui è entrato in contatto nelle fornaci veneziane, fra cui anche quelle di Venini. In occasione della 57esima Biennale d’arte di Venezia, questa notevole produzione è raccolta […]