Bene, e nello specifico qual è la ricetta della Pozzi Arturo per eccellere sul piano internazionale?
Nel nostro caso operiamo con una precisa strategia: diversificare e operare con un portafoglio clienti vasto e plurale. In questo modo andare a individuare clientele diverse ed essere il più possibile anticiclici e al riparo dagli andamenti congiunturali dei vari comparti di consumo. Per fare ciò bisogna creare prodotti adeguati a soddisfare esigenze diverse. Va da se che per seguire una strategia del genere l’indice d’impegno nella ricerca e nello sviluppo deve essere molto alto e il mix tra innovazione, design e valore va sempre mantenuto ai massimi livelli. Ecco perché il controllo dei costi deve essere puntuale e preciso: la necessità d’investire risorse nello studio, nella prova e nello sviluppo di nuovi tessuti e di nuovi filati è strategica e irrinunciabile. Tutto ciò significa poter accedere a flussi d’investimento ogni giorno più impegnativi, che possono essere individuati solo grazie a una gestione virtuosa dei costi. Vuole un esempio? Le nostre collezioni Fortezza©: una serie di prodotti realizzati con un filato assolutamente innovativo, resistente al fuoco, lavabile in lavatrice, senza necessità di essere stirato, anallergico, atossico, antibatterico e riciclabile. È un tessuto che può essere utilizzato sia nel residenziale che nel contract, nell’outdoor e nell’arredamento da interni, soddisfacendo perfettamente le esigenze di ciascuno dei vari mondi di consumo. In questo modo noi abbiamo costruito una proposta che può andare a soddisfare egualmente gli architetti e i produttori d’imbottito, le grandi forniture navali come il contract alberghiero e i produttori di complementi per l’esterno. Non è solo un prodotto nuovo, è il frutto di ricerca e investimenti e di una strategia ben studiata alle spalle. Non vorrei però comunicare l’immagine di un manager vocato solo ai numeri e alla ricerca tecnologica. In questi tre anni ho potuto più volte sperimentare quanto il gusto italiano e lo stile siano ancora componenti fondamentali che non vanno mai tralasciate. Solo non sono le uniche. Per dirla con termini matematici: sono necessarie ma non sufficienti. Prima ho detto che qualità e valore estetico delle collezioni di un impresa italiana sono date quasi per scontate dalla clientela, ma ciò non vuol dire che siano meno importanti. Devo dire che in tutte le mie esperienze fieristiche ho sempre notato che il cliente professionale ha un approccio simile a quello del consumatore finale: prima di tutto il tessuto deve piacere esteticamente, colpire l’immaginario, solo in seguito se ne valutano caratteristiche, qualità e prezzo. Questo significa, in ogni caso, che se non si cura l’armonia decorativa, non si centrano le gamme colore, al di là degli altri contenuti, la collezione è davvero difficile da vendere.
Ultima domanda, che rapporto avete con internet e col web? Ormai in rete si vende qualsiasi cosa
Sì, è vero, si vende qualsiasi cosa però la nostra attività è ancora totalmente legata a trasformatori che utilizzano un semilavorato. Per questo l’e-commerce è ancora lontano da noi. Invece la rete è un’occasione eccezionale per esaltare il concetto di servizio e d’informazione di cui parlavo prima. Vedo il web come il luogo ideale per dare rapidità ed efficienza ai rapporti con i nostri clienti, sia da un punto di vista commerciale – per ordini e quant’altro competa il servizio – sia da quello della reperibilità delle informazioni sempre più approfondite. Una sorta di “extranet” con la clientela per dare risposte in tempo “quasi” reale.
(Sergio Coccia)