Lei prima accennava a una diversa evoluzione della globalizzazione e della forsennata delocalizzazione produttiva. Se le aziende italiane riescono a conquistare questa sorta di primato come artigiani d’eccellenza si potrà verificare una sorta di ritorno di quelle fette di produzione che hanno trasmigrato?
No, non credo. I cambiamenti del mercato mondiale coinvolgono anche un diverso approccio di consumo alla sfera del tessile, in particolare se ci riferiamo a quella della casa. Il problema non è riportare manifattura in Italia ma preservare e sviluppare quella esistente. Ciò può avvenire solo espandendo l’esportazione e il business internazionale. I consumi nel nostro paese non solo si sono inesorabilmente modificati ma con loro sono mutati anche i luoghi e le occasioni di acquisto. Pensiamo solo al fenomeno Zara Home e a come sta cambiando la tanto citata “shopping experience”.
Veniamo al Gruppo Martinelli, di cui lei è amministratore delegato e socio. Come state affrontando la necessità di essere riconosciuti come artigiani d’eccellenza nel mondo?
Come dicevo prima il tessile d’arredamento non ha come referente ultimo il consumatore finale ma, in ogni caso, deve farsi conoscere e riconoscere dai grandi influenzatori d’acquisto del mondo, in particolar modo architetti d’interni e arredatori. È un tassello evolutivo indispensabile che non va a ledere nulla o a mutare l’essenza industriale del Gruppo. La nostra impresa continua a fare meglio quello che già sa far bene, in un’ottica di strettissima collaborazione, direi di partnership, con la clientela mondiale dell’editoria tessile. Ma ciascuna impresa deve ampliare il proprio raggio d’azione per crescere. Il debutto del progetto Kohro, un marchio che stiamo lanciando proprio in questo periodo, nasce con questo intento. Kohro si presenta e si configura come brand di editoria e produzione italiana di tessuti per arredamento in grande altezza, capace di coniugare design, artigianalità, tecnologia e servizio di altissimo livello. La storia industriale che esibisce è quella di uno dei massimi distretti industriali tessili – quello della Val Seriana – grazie al quale nasce un’estesa collezione forte della profonda esperienza manifatturiera maturata in oltre sessant’anni dal Gruppo di cui Kohro fa parte. Il brand non ha solo tanto prodotto. Si propone con un altro importante vantaggio competitivo: l’affidabilità e la garanzia di continuità qualitativa derivante da un pieno controllo di una filiera tessile che da anni ha già dimostrato la sua eccellenza.
Dunque mi faccia capire: da produttori vi trasformate in editori e distributori?
Ripeto. Il profilo industriale del gruppo Martinelli Ginetto non cambia assolutamente e non abbiamo alcuna intenzione di fare confusioni. Anzi. Proprio l’essere un gruppo industriale di alte capacità produttive, creative e di servizio ci permette di declinare le varie divisioni senza creare sovrapposizioni o rendere meno efficaci le politiche di esclusiva e di diffusione. È forse l’aspetto sul quale ci siamo più concentrati nella progettazione di Kohro: evitare qualsiasi rischio di rendere meno garantito ed efficiente il servizio che rendiamo alla nostra clientela. L’inclinazione di mercato della nuova iniziativa è mirata a un potenziamento rivolto in particolare al mondo della biancheria della casa. Kohro non è l’evoluzione del Gruppo, è una realtà satellite che si affaccia sul mercato per rispondere a un’esigenza particolare. Fa un altro lavoro e ha un’altra mission: diventare un brand riconoscibile e conosciuto in ogni parte del mondo nel segmento dell’arredo. Per fare ciò si basa sul grande vantaggio di avere alle spalle un produttore che opera su una filiera completa che va dalla filatura, alla tessitura, alla nobilitazione del tessuto, alla stampa, fino, volendo, al prodotto confezionato. Tutto questo attraverso sistemi di produzione e logistica evoluti ed efficienti capaci di valorizzare la verticalizzazione del processo produttivo, con benefici tangibili sul fronte della qualità e della tempistica. Questo si concretizza in un’offerta direi senza eguali che spazia in ogni possibile applicazione tessile nel residenziale e nel contract. Tutto questo non significa che cambiamo mestiere ma ampliamo, attraverso una divisione creata ad hoc e un brand diffuso in tutto il mondo – abbiamo partecipato anche al recente Salone del Mobile per raggiungere la massima visibilità possibile, – le nostre possibilità operative e di business. In fondo non è altro che la messa in atto delle strategie di cui parlavamo prima: eccellere nella qualità, nel servizio e nella creatività, partendo dall’esaltazione della storia manifatturiera che caratterizza l’Italia del tessile.