Pizzi, merletti e ricami, mi spiegate cosa significa creare novità in un ambito stilistico di biancheria così tradizionale? E poi, vi trovate a vostro agio tra temi estetici legati fortemente alla biancheria di una volta?
Prima di tutto i riferimenti storici a questo genere di biancheria sono parte integrante della nostra storia – continua Jacopo – anche di quella specificatamente di famiglia. Inoltre è tutto il nostro territorio fiorentino, e più in generale toscano, a esprimere eccellenze in tal ambito. Direi che questa classicità è insita nel nostro dna. Poi non bisogna dimenticare che non stiamo parlando di ricami e merletti fatti a mano, cioè di una filiera quasi d’arte, ormai introvabile e solo per amatori, ma di prodotti certamente di alta qualità e fattura curata però abbordabili da un target di consumatori abbastanza esteso. In ultimo l’utilizzo di telai e macchine ormai fortemente computerizzate ci permette di studiare e adattare disegni e decori sempre nuovi – magari tratti da tessuti d’arredamento – alle nostre creazioni. Esatto – interviene Costanza: – in cosa consiste il concetto di nuovo? Può essere associato solo a uno stile o una tendenza estetica attuale o semplicemente è l’esercizio d’elaborazione innovativa di qualsiasi tema estetico? Noi crediamo fortemente in questa seconda definizione e i nostri clienti in ogni parte del mondo, dall’Armenia all’Asia fino al Sudamerica concordano con questa concezione. Non ci sentiamo certo “polverosi” perché operiamo nella sfera del classico, anzi, c’è un contenuto straordinario di creatività nel creare e adeguare nuovi motivi decorativi, nuovi colori, nuovi coordinati a questo genere di proposte d’arredamento tessile. È chiaro che il concetto di novità con cui operiamo noi è diverso da quello della moda, ma questo vale per qualsiasi collezione dedicata alla casa. Le proposte di biancheria hanno una vita estetica molto più elastica – è Jacopo che parla: – è indubbio che noi potremmo senza problemi vendere oggi le collezioni di due anni fa, ma in questo modo faremmo un danno al mercato, e a noi stessi in prima battuta. L’immagine del negozio, ovunque sia, deve essere rinnovata di continuo, quindi presentare le novità due volte all’anno soddisfa proprio questo bisogno di rinnovo dell’immagine. È certamente faticoso ma fa parte della struttura del lavoro attuale. Del resto i tempi della programmazione, degli ordini in fiera che riempivano le giornate di lavoro per sei mesi sono solo un ricordo, oggi è tutto più frammentato e improvviso, anche lavorando sui mercati stranieri.
Lavorare con clientela esclusivamente estera significa affrontare i player internazionali su un campo di gioco incredibilmente vasto. Come vivete il rapporto concorrenziale nei vari mercati di business?
Partiamo dal presupposto – dice Costanza – che siamo collocati nella fascia alta dell’offerta, quindi al riparo dall’esasperata concorrenza dei produttori di volumi. Lo stesso discorso vale per la percezione dei consumatori: all’estero la nostra biancheria viene riconosciuta come bella e ben fatta per i suoi contenuti reali e non per il semplice fatto di essere italiana. Verissimo – interviene Jacopo – pensate solo all’ossessione dei cinesi , e in genere degli asiatici, per la perfezione dei particolari e delle rifiniture. In quei paesi la qualità della realizzazione è un discrimine assoluto. Rispondendo a questo genere di esigenze ci permette di rimanere fuori dalla mischia: in realtà operiamo su scala assolutamente mondiale ma i nostri competitor, in grado di fare biancheria per la casa come noi sono davvero pochi e tutti italiani.
Come vedete il futuro della vostra azienda?
Lo spirito della nostra attività è insito nella qualità del prodotto – prosegue Jacopo – quindi non sceglieremo mai di privilegiare i volumi rispetto al valore, dunque dobbiamo crescere – è il dovere d ogni impresa – ma stando molto attenti ai margini di guadagno, l’unico fattore che ci permette di rimanere solidi ed efficienti. In poche parole la nostra deve essere un’evoluzione sana, magari più cauta e lenta di altri, ma assolutamente sana. Per quanto riguarda il mix d’offerta – conclude Costanza – la nostra capacità di essere propositivi in ogni ambito tessile della casa già crea un quadro molto completo, tuttavia potrebbero esserci, in futuro, delle estensioni nel campo dell’homewear e della lingerie, due mondi molto vicini e altrettanto richiesti dai consumatori rispetto alla tipologia biancheristica in cui noi operiamo.