Recuperare la dimensione artigiana del lavoro non ha significato però per Alois Tessitura Serica perdere il contatto con l’innovazione di prodotto, di processo e di materia. L’azienda ha una matrice storica dedicata alla seta ma l’attuale produzione spazia ben oltre, suddividendo l’intera collezione “fifty-fifty” tra linee di tessuti in seta e altre soluzioni di filati: l’estensione verso altri mondi materici significa esplorare le possibilità delle varie mischie di fili e materie specializzate come il Trevira Cs per l’antifiamma o le mischie con viscose trattate per rendere una perfetta lavabilità in acqua. Un lavoro di ricerca che nell’impresa di Capua viene svolto in proprio o con l’ausilio del Centro Tessile di Como. Anche lo stile si è declinato in più indirizzi abbandonando la monotematicità del classico in favore di una molteplice interpretazione del decoro, argomento indispensabile per seguire le esigenze dell’editoria tessile e degli architetti. Tuttavia il vero plus che l’impresa mette a disposizione del mercato è la validità di un patrimonio creativo che s’integra perfettamente nel dialogo col committente per diventare poi, una volta realizzato il progetto – la garanzia dello stock anche per quantitativi minimi: «Noi siamo in grado di realizzare forniture anche solo di quaranta metri per le campionature in stock – dice Giovanni Alois – ciò significa un grado di servizio davvero alto. Per farle solo un esempio parliamo di seta: in magazzino abbiamo 2/3 chili di filato per ciascuno degli oltre duecento colori che abbiamo in cartella. Siamo quindi in grado e con rapidità di soddisfare ogni esigenza. Il nostro investimento siamo stati molto attenti a diversificarlo. Questo significa che il rinnovamento degli impianti è indispensabile, così come quello nel processo di ricerca, però investire significa anche produrre le campionature gratuite per il cliente mentre siamo in fase progettuale e ciò avviene anche grazie a un fitto rapporto che abbiamo sviluppato con le tintorie nostre partner. È la rete di competenze di cui parlavo prima. Un sistema di collaborazione che si basa sulle realtà industriali ma anche sui singoli. Abbiamo 26 addetti come dicevo, ma se c’è necessità io posso aumentare la produzione inserendo un terzo turno e usufruendo per un tempo limitato di personale con contratto a termine ma certa professionalità. Questo è il limite dimensionale che ci siamo dati. Preferiamo fare meglio quello che sappiamo far bene, senza rischiare passi troppo lunghi e avventurosi. È un approccio che ci ha portato grandi vantaggi e clienti nuovi: il fronte del futuro è certamente nella ricerca e nelle materie innovative, ma l’esplorazione delle possibili soluzioni l’editoria tessile preferisce farlo con imprese di cui ha la massima fiducia. La nostra concretezza e il razionalismo strategico che abbiamo dimostrato in questa nuova esperienza ci ha garantito tale fiducia. Le faccio ancora un esempio. Il momento fieristico per noi è molto importante dato che non abbiamo rete vendita. Noi ci presentiamo nei “fuori salone” di Proposte con almeno 20/25 linee nuove composte ciascuna di 6/7 disegni coordinati. Uno sforzo molto ampio, ma il prodotto e la creazione è solo l’ultimo anello di un processo di convincimento del cliente che passa prima di tutto dalla dimostrazione delle nostre efficienze. Chiaro che poi una parte la gioca anche l’appartenenza a un distretto storico come quello serico leuciano: San Leucio è ancora un marchio di garanzia riconosciuto in tutto il mondo e nessun competitor asiatico potrà annullare un gap del genere».