Cosa avete programmato per festeggiare i vostri primi cinquant’anni?
Abbiamo cercato di fare un programma capace di premiare e coinvolgere ciascun attore della nostra storia. Prima di tutto i dipendenti – ci sono persone che stanno con noi da oltre 30 anni – a cui è stato regalato un viaggio di una settimana in Tunisia, poi i nostri negozianti, partner indispensabili per comunicare il valore delle nostre scelte in termini di garanzie produttive e qualità del capo finito verso il consumatore finale. Infine proprio i consumatori utilizzando due modelli promozionali: il primo, più classico, con un voucher di 50 euro di sconto a fronte dell’acquisto di una trapunta; il secondo, più social, usando la nostra pagina Facebook. Per i rivenditori organizziamo un concorso vetrina riservato a chi acquista la nuova collezione A/I 14-15: una giuria esaminerà le foto delle esposizioni realizzate nella stagione di vendita e i tre primi classificati si aggiudicheranno dei soggiorni vacanza premio. Per i consumatori, invece, oltre al buono sconto, ci sarà un contest su Facebook in cui saranno invitati a votare (con il classico ”like”) la fotografia della vetrina che preferiranno, in questo modo acquisiranno il diritto a partecipare all’estrazione di un plaid della collezione firmata da tre artisti internazionali, creata proprio per celebrare il cinquantenario dell’azienda.
Parliamo di questa collezione di plaid: tre artisti di valore per un accessorio dedicato al living. È una sorta d’indicazione della nuova frontiera d’utilizzo del prodotto imbottito in piuma per la casa?
No, non pretende di dare nessuna indicazione di tendenza e poi il plaid non è certo una novità. Semplicemente ci piaceva l’idea di affidare ad artisti il progetto celebrativo e il plaid ci è sembrato il supporto ideale per dare forma utile a un elemento decorativo da tenere sempre in vista nell’utilizzo quotidiano dell’ambiente domestico. I tre artisti che hanno collaborato alla creazione di questa mini-collezione sono di sicuro valore: Kaffe Fasset è una sorta di guru del lavoro a maglia e del patchwork; Aleandro Roncarà è considerato l’erede dei grafismi nello stile di Keith Haring e Alberto Baggi è un designer specializzato nella creazione di tessuti di alto livello. Ne è nato un tris di creazioni imbottite in 90% piumino d’oca che, al di là della celebrazione, sono sicuro ci darà grandi soddisfazioni.
Il percorso di Cinelli dal 1964 ad oggi ha sempre visto l’azienda puntare sulla qualità, senza mai deflettere da questo obiettivo primario. Qualità industriale per i processi produttivi d’avanguardia e modernità e qualità del prodotto finito in ogni sua parte. Il domani della vostra impresa da che cosa sarà segnato?
Partiamo da un presupposto: proprio negli ultimi cinque anni – quelli della crisi – l’azienda ha mostrato di saper incrementare le proprie quote di mercato affermandosi, conquistando nuovi clienti e fidelizzando i consumatori. Abbiamo chiuso il bilancio 2013 con un +5% e i segnali del portafoglio ordini sono molto confortanti. Ciò significa che il lavoro compiuto e gli sforzi di programmazione, aggiornamento degli impianti e comunicazione, danno i loro frutti. Per noi affermare che tutto il processo di lavorazione della piuma è strettamente Made in Italy e sotto maniacale controllo non è la solita dichiarazione promozionale. È un fatto verificabile tranquillamente e da chiunque. Poi, certamente, abbiamo sfruttato la situazione contingente: il settore letto dell’imbottitura in piuma non ha perso pesantemente come altri comparti e la diversificazione dei mercati tra contract, arredamento e forniture di materia prima e tessuti per l’abbigliamento e produzione dei capi spalla per conto terzi ci ha favorito. Quindi mi sento di affermare con tranquillità che le attuali strategie della Cinelli Piume e Piumini sono quelle del presente e del futuro, anche in considerazione del fatto che la conoscenza diffusa della piuma nel consumatore è in crescita, e questo rappresenta un vantaggio sicuro. Le nostre collezioni dedicate al letto – in tutte le loro articolazioni, dagli imbottiti, ai guanciali, alle trapunte – sono ben diffuse in Italia grazie ai trecento punti vendita nostri clienti; all’estero siamo in 50 dettagli specializzati, una cifra che senz’altro potrebbe crescere…
…Quindi sull’esportazione avete ancora da fare…
Sì, diciamo che nella quota d’esportazione – oggi attorno al 20% del fatturato – ci sono ampi margini di crescita, però ci vogliono forti investimenti e quindi dobbiamo procedere con cautela e gradualità.
Nella vostra comunicazione c’è qualcosa da cambiare o introdurre come novità?
In comunicazione la nostra azienda spende qualcosa come il 2,5% del fatturato annuo, oltre a un altro 1,5% destinato alle fiere. Direi che già così, per un’azienda delle nostre dimensioni, l’investimento è notevole. Tutto è perfettibile naturalmente ma il nostro sforzo è costante e continuo. Produciamo materiale informativo come poche altre aziende del settore e ai nuovi media guardiamo con attenzione, “social” compresi.